«Il sesso senza consenso è stupro»: cosa è cambiato in Francia

 

Il Parlamento francese ha approvato in via definitiva una riforma che inserisce esplicitamente la nozione di “non consentement” nel Code pénal in materia di stupro e aggressioni sessuali, stabilendo che costituisce aggressione sessuale “qualsiasi atto sessuale non consentito” (“Tout acte sexuel non consenti”). 

La legge chiarisce che il consenso dev’essere libero, informato, specifico, preventivo e revocabile, e precisa che il silenzio o la semplice assenza di reazione non possono essere interpretati come consenso. In passato, il diritto penale francese definiva la violenza principalmente attraverso la presenza di costrizione, minaccia o sorpresa, senza però assumere il consenso come criterio positivo esplicito. 



Il cambiamento va oltre una revisione terminologica: afferma che è la presenza del consenso, e non soltanto l’assenza di forzatura, a essere centrale nella qualificazione del reato. In tal modo il quadro normativo si allinea agli standard internazionali che richiedono il consenso esplicito, rafforza la tutela delle vittime che non hanno acconsentito pur in assenza di violenza manifesta e invia un messaggio culturale netto: la sessualità senza consenso è un reato. 


Le ricadute pratiche riguarderanno l’intera filiera giudiziaria: per inquirenti, magistrati e giurati la fattispecie diventa più chiara e, laddove si dimostri l’assenza di consenso, potrà risultare meno necessario provare elementi come violenza o minaccia; sul piano preventivo ed educativo, la riforma potrà sostenere campagne di sensibilizzazione e percorsi formativi; sul piano giurisprudenziale, si aprono spazi interpretativi, ad esempio per i casi di consenso revocato durante l’atto o annullato da manipolazione. 


Restano, tuttavia, alcune sfide delicate: la prova del carattere libero, informato e specifico del consenso; la valutazione di situazioni in cui il silenzio, la mancanza di resistenza, l’alcol o sostanze incidono sulla libertà di autodeterminazione; la necessità di un’adeguata formazione delle forze dell’ordine e degli operatori della giustizia; la verifica dell’impatto reale in termini di condanne e protezione effettiva delle vittime. 


In questo dibattito si inserisce anche il riferimento all’ “Affaire Gisèle Pélicot” (dopo la sua denuncia e il rifiuto dell’anonimato, il racconto della violenza sessuale non è più tornato quello di prima. «La vergogna deve cambiare lato» aveva detto Gisèle Pelicot), caso che ha messo in luce dinamiche di potere e manipolazione e ha contribuito a spingere verso una ridefinizione del consenso. 


Con questa riforma la Francia compie un passo storico: il consenso non è più implicito o secondario, ma l’elemento cardine. Il messaggio è chiaro: senza consenso è stupro. 


La sfida ora passa all’applicazione concreta nei tribunali e all’effetto che la norma avrà sulla tutela delle vittime e sul cambiamento culturale.

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