Il mestiere di scrivere
Avevo compreso che nel mestiere di scrivere non esistono insegnamenti o consigli, bisogna scrivere soli, senza imitare nessuno, attingendo scoperte dai nostri errori e dalla nostra fatica che è la fatica più solitaria del mondo
Oriana Fallaci
Ho voluto qui riunire alcuni incontri avvenuti negli ultimi anni e dai cui sono poi nate quelle che ho chiamato interviste. Le etichette, talvolta, ci aiutano a dare forma a ciò che viviamo. Categorizziamo per mettere ordine, dentro e fuori di noi, per non lasciare che tutto si disperda, per dare un nome, un contorno, una direzione. Qualcosa di simile accade quando archiviamo: dare un titolo significa spesso tentare di comprendere. E così, definendo come "interviste" la raccolta che segue, ho voluto, in fondo, sistemare i ricordi di ciò che sono stati, più profondamente, degli incontri.
Sì, perché ciò che si legge sulle riviste (e queste interviste sono apparse su riviste digitali e una di queste è confluita in un libro) è solo una parte del tutto. Le domande, le risposte, una breve introduzione, a volte una biografia stringata dell'intervistato o intervistata. E poi la chiusura, spesso ad effetto, come si usa oggi. Ma la verità è un’altra: alcune di queste interviste sono avvenute in macchina, con un registratore vecchio e usurato, lungo stradine sterrate e buie per raggiungere un anfiteatro romano dove si sarebbe svolta una serata dedicata alla poesia; altre sono nate davanti a un sushi, per poi proseguire al telefono perché l'intervistatore doveva salire sul primo treno per Fiumicino. E altre ancora sono avvenute via email, immaginando il mio interlocutore, con tempi di attesa lunghissimi tra una risposta e l'altra. Poi ci sono stati gli incontri che si sono trasformati in scontri e altri che, invece, hanno lasciato un segno profondo nel mio cammino di donna e scrittrice. Penso, in particolare, all’incontro a casa di Annie Ernaux, da cui è nata l’intervista confluita nel mio libro Annie Ernaux. Ritratto di una vita.
Con il tempo ho compreso che anche l'intervista è una forma di scrittura. Anzi, forse è tra le più sottovalutate. Oggi siamo abituati a vedere sedicenti giornaliste o giornalisti porre domande provocatorie, a tratti irrispettose, in dinamiche teatrali e vuote, riprodotte all’infinito nei cosiddetti reels. Si tratta di video brevi e brevissimi che nulla hanno a che vedere con i racconti brevi e brevissimi di Čechov. No: questi sono pensati per anestetizzare, per atrofizzare la capacità di pensiero.
Così ho scelto di fare un passo indietro. Di correre in direzione opposta rispetto al tempo che ci avvolge, e provare a ritrovare il senso originario dell’intervista. Perché quella scrittrice? Perché proprio quello scrittore? Che legame c’è tra chi fa le domande e chi risponde? Quanta libertà è giusto concedere nello scambio? Quanto spazio lasciare al silenzio, al non detto? E nella trascrizione, come restituire la verità di un incontro?
Queste domande le lascio aperte perché io stessa avrei bisogno di tempo per rispondere e non saprei, probabilmente, decidermi per una risposta univoca e definitiva.
Scelgo di riflettere. Di concedermi lentezza, in un tempo che poco la permette.
Per adesso, mi limito a condividere i link delle interviste. Si tratta di una selezione, ordinata, almeno per ora, cronologicamente:
Intervista a Daniele Mencarelli, vincitore Premio Strega Giovani 2020
Daniele Mencarelli è autore di numerosi romanzi, tra cui La casa degli sguardi (2018, Premio Volponi, Premio Severino Cesari Opera Prima, Premo John Fante Opera Prima), Tutto chiede salvezza (2020, premio Strega Giovani, da cui è tratta per Netflix la serie omonima), Sempre tornare (2021, premio Flaiano per la narrativa), Fame d’aria (2023, Premio Clara Sereni), Degli amanti non degli eroi, del gennaio (2024), Brucia l'origine (2024).
Intervista a Maria Grazia Calandrone
Maria Grazia Calandrone è scrittrice, poetessa e giornalista italiana. Collaboratrice del Corriere della Sera, autrice e conduttrice radiofonica per Rai Radio 3, tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM e sue sillogi sono contenute in antologie e riviste di diversi paesi. Tra le opere poetiche si ricordano: La scimmia randagia (2003), La macchina responsabile (2007), La vita chiara (2011), Serie fossile (2015), Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (2016, Premio Dessì), Il bene morale (2017), Giardino della gioia (2019). Della sua produzione più recente vanno citati anche il romanzo d’esordio L'infinito mélo (2011), Splendi come vita (2021), il testo autobiografico Dove non mi hai portata (2022, finalista al Premio Strega 2023) e Magnifico e tremendo stava l'amore (2024).
Intervista a Antonio Pascale, vincitore del Premio Chiara 2022
Antonio Pascale, è nato a Napoli nel 1966, è vissuto a Caserta, poi a Roma, dove lavora. È scrittore, saggista, autore teatrale e televisivo e ispettore presso il Masaf. Per Einaudi ha pubblicato, tra gli altri, La città distratta, Ritorno alla città distratta, La manutenzione degli affetti, Passa la bellezza, Scienza e sentimento, Le attenuanti sentimentali, Le aggravanti sentimentali, La foglia di fico (finalista Premio Campiello 2022) e Le cose umane. Collabora con «Il Mattino», «Il Foglio», per cui dirige il bisettimanale di agricoltura «Agrifoglio», «Rivista Studio», «Link. Idee per la tv», «Mind», «Le Scienze», e ha un blog sul «Post». Si occupa di divulgazione scientifica.
Intervista alla Premio Nobel per la Letteratura 2022 Annie Ernaux
Annie Ernaux, è una scrittrice e giornalista, tra le voci più autorevoli della letteratura contemporanea mondiale, vincitrice dei premi Marguerite Duras, François Mauriac, del Prix de la langue française, del Premio Strega europeo 2016, Premio Marguerite Yourcenar alla carriera, Premio Hemingway per la letteratura, Premio Formentor de las letras alla carriera, Prix Prince-Pierre-de-Monaco alla carriera, Premio Mondello come autore straniero prima scrittrice francese ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura 2022. Questa intervista è avvenuta a casa di Ernaux, a Cergy, nell'ottobre del 2021, un anno prima di ricevere il Nobel per la Letteratura tant'è che una delle domande riguarda proprio le sue sensazioni in relazione alla candidatura al Nobel. L'intervista è contenuta nel libro che ho scritto e che è uscito proprio nell'ottobre del 2022. Pertanto, rimando alla pagina dedicata.
Intervista allo scrittore francese Philippe Vilain
Philippe Vilain è docente di letteratura francese all’Università Federico II di Napoli. Vilain è autore di romanzi pubblicati in Francia da Gallimard, Grasset e Laffont, alcuni di questi tradotti in Italia da Gremese: Falso padre (2009), La Dernière Année (adattato al teatro da Jean-Paul Muel), Paris l'après-midi (Premio François-Mauriac dell'Académie française 2007), Non il suo tipo (2012, adattato per il cinema da L. Belvaux e Premio internazionale “Scrivere per Amore”), La moglie infedele (2013, in Francia premio Jean-Freustié). Villain è membro associato del CERACC (Centre d'Etudes sur le Roman des Années Cinquante au Contemporain) presso l'università Sorbonne-Nouvelle Paris III.
Intervista allo scrittore francese Frédéric-Yves Jeannet
Frédéric-Yves Jeannet insegna Letteratura comparata in Messico, dove vive dal 1977. È autore di numerose opere narrative in francese e in castigliano, tra le quali Cyclone (1997) e Recouvrance (2007), e di libri-intervista a Michel Butor (1990) e Hélène Cixous (2005) e il volume La crittura come un coltello con la Premio Nobel francese Annie Ernaux (2003).
Intervista alla scrittrice americana Melissa Febos
Melissa Febos è vincitrice del National Book Critics Circle Award for Criticism con il libro Girlhood. I suoi libri sono tradotti in oltre dieci lingue. I suoi scritti sono apparsi su The Paris Review, The New Yorker, The Best American Essays, Granta, The New York Times Magazine, The Guardian e Vogue. Insegna al programma di scrittura di non-fiction presso l’Università dell’Iowa.
Intervista alla scrittrice Chiara Mezzalama
Chiara Mezzalama è nata a Roma e oggi vive a Parigi, dove insegna letteratura presso l’Istituto italiano di cultura. Scrittrice e traduttrice, ha pubblicato numerose opere tra cui Avrò cura di te, Il giardino persiano, Dopo la pioggia, Le nostre perdute foreste (finalista Premio Elio Vittorini), L'inadatta. Nel 2015 ha pubblicato con Edizioni Estemporanee un diario sugli attentati terroristici di Parigi dal titolo Voglio essere Charlie: diario minimo di una scrittrice italiana a Parigi. È anche autrice di libri per bambini, di cui il primo, ispirato al romanzo autobiografico Il giardino persiano, è stato pubblicato da Les Éditions des Éléphants nel settembre 2017 con il titolo Le jardin du dedans-dehors, illustrato da Régis Lejonc. Il libro ha vinto numerosi premi tra i quali il prestigioso Prix Sorcières 2018, il Prix Saint Exupéry e il Prix Chrétien de Troyes. È stato tradotto in italiano, inglese, coreano e cinese.
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