La manutenzione dei sensi di Franco Faggiani, Fazi Editore

Chi leggendo La manutenzione dei sensi non ha fantasticato di trascorrere almeno una serata nella baita costruita dall'aitante cinquantenne Lorenzo Guerrieri? E chi non avrebbe voluto stringere le mani nodose, magre e piene di graffi di Martino, ragazzo tanto mite e silenzioso quanto brillante e saggio, affetto dalla sindrome di Asperger?

Con i libri di Franco Faggiani (editi da Fazi Editore) ho fatto un percorso al contrario. Dalle atmosfere rarefatte del suo secondo libro, Il guardiano della collina dei ciliegi, sono passata alle altitudini, emotive e non solo geografiche, de La manutenzione dei sensi . Tra i profumi dei boschi di Cesana Torinese, la vita di montagna scorre cadenzata dal passaggio delle stagioni. 

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Faggiani racconta la storia di una famiglia, in cui l'amore non è sottoposto ai legami di sangue ma è un sentimento che si costruisce nel tempo, che viaggia su binari paralleli alla conoscenza, alla comprensione e all'intimità.
Lorenzo Guerrieri, giornalista milanese, ha un sogno nel cassetto da realizzare con la moglie Chiara: trascorrere gli anni della vecchiaia in una baita in montagna. Un'idea romantica che ben presto si fa strada nella coppia diventando, così, un progetto sempre più concreto. Ma quella baita non sarà il rifugio di Lorenzo e della moglie bensì della nuova famiglia che si verrà a formare dopo la morte, improvvisa, di Chiara. E' a questo punto che Faggiani accompagna Lorenzo alla scoperta di nuove possibilità. La baita in montagna viene acquistata dopo una serie di vendite immobiliari di famiglia e ristrutturata dopo il ritrovamento di un progetto abbozzato da Chiara prima della morte. 

Nina, la figlia di Lorenzo e Chiara, energica, volenterosa, appassionata e intelligente, conosce Martino Rochard tra le mura di un istituto gestito da un raffazzonato gruppo di suore. Martino è un bambino silenzioso ma sveglio. Nina decide che farà parte della loro famiglia. Lorenzo diventa nuovamente padre di un ragazzo che, si scoprirà nel tempo, ha la sindrome di Asperger.

Il legame tra Lorenzo e Martino si consolida proprio nella baita che avrebbe dovuto accogliere Lorenzo e la moglie nella seconda parte della loro vita. Quella casa diventa il rifugio dell'adolescenza di Martino, della bellezza dei monti da guardare in veranda quando il tempo lo permette, delle camminate in salita anche per chilometri, dell'amicizia con il malgaro Augusto e con il figlio Daniele proprietari di Barba Gust, un'accogliente e suggestiva malga dove non manca mai un piatto di polenta. 

Quella casa diventa il migliore lascito che un padre possa fare ai propri figli: un luogo mitico, carico di ricordi, dove ogni spazio rivela qualcosa delle esistenze passate, un luogo costruito nel rispetto dell'ambiente circostante, delle volontà di chi lo avrebbe voluto vivere e nel rispetto dello scorrere degli eventi. 

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