"Il condottiero non è mai immobile" scriveva Georges Perec ispirandosi al soldato ritratto da Antonello Da Messina alla fine del Quattrocento. E quando penso a Mabel la immagino come quel condottiero solo più instabile, più biasimata dalle persone che la circondano che acclamata per la sua imperscrutabilità, più giudicata per la sua connaturata tendenza all'amore che osservata e capita come Donna in quanto tale.
Mabel, "la parola deriva dal latino amare e significa amabile", non occupa sempre la scena, talvolta la trovo nascosta dietro la vita del narratore, o dietro il racconto di qualche personaggio che appare e scompare, in ogni caso è lei la causa e la conseguenza delle azioni altrui. Proseguendo nella lettura, la vita del narratore, un giovane universitario, si fa sempre più chiara, e i suoi sogni sempre più dichiarati: suonare il piano, avere una platea che lo ascolta, qualcuno che si emoziona per ciò che fa. Lui segue il consiglio di un amico, lavorare come portiere di un albergo di notte, quel tanto che basta per guadagnare qualcosa.
L'albergo. Tommasini (il direttore), Nicola (fa il turno di giorno), Saverio (l'idraulico), le cameriere, i turisti. Ma soprattutto Mabel. E' lei che dà senso a ogni personaggio, con loro intrattiene dei rapporti, talvolta strambi altre volte piatti e apparentemente privi di spessore.
C'è sempre l'amore, c'è sempre un corpo che vuole un altro corpo, ci sono aliti, vestiti, letti, camere, lenzuola. C'è qualcosa che viene ricucito e qualcosa d'altro che si sgualcisce. Mabel dice sì. E' la sua risposta alla vita, alle vite che soccorre. Solo se stessa non riesce a trattenere.
E' qui che i pezzi di un mosaico che inizialmente vivevano soli si incastrano creando una storia di più ampio respiro in cui l'immediatezza linguistica mi trascina in quella tripartizione (oggi, ieri, ancora oggi) che mantiene il libro in equilibrio tra esperimento e qualità.
Scegliendo la musica per questo momento non potevo che scegliere le Variazioni Goldberg suonate da Glenn Gould.
Luca Ricci, Mabel dice sì. Einaudi
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Questo è il sito web di Sara Durantini. Libri editi oltre a racconti, brevi saggi e articoli pubblicati, nel tempo, su riviste, periodici e blog. Gli ambiti di interesse: autobiografia femminile, letteratura al femminile. Tra le autrici che hanno suscitato maggiormente il suo interesse: Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux, Anaïs Nin, Nathalie Léger, Sylvia Plath, Simone de Beauvoir, Virginia Woolf, Anne Sexton, Chandra Livia Candiani, Alice Munro.
Scrittrice. Ultimo LibroL'evento della scrittura. Sull'autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux (13lab Editore, aprile 2021). Redattrice e collaboratrice riviste letterarie. Comunicazione e marketing per l'editoria e i sistemi museali. Per collaborazioni: s.durantini@labbit.it
«Esser soli con il libro non ancora scritto, significa trovarsi ancora nel primo sonno dell’umanità. Significa anche esser soli con la scrittura ancora incolta. Significa tentare di non morirne»
Grazie per il consiglio. Ho letto pochi giorni fa un racconto di Luca Ricci("Gli studenti di lettere") e mi ha incuriosito.
RispondiEliminaHo letto anch'io quel racconto. Quindi mi sa che ti piacerà anche il libro :)
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