Assignmint: il giornalismo digitale che paga



Quando si parla di problemi etici del giornalismo digitale, di protezione del Primo Emendamento la discussione, negli Stati Uniti, si accende e il fervore spesso cede il posto alla ragione. Ne ha parlato proprio in questi giorni LSDI che, attraverso un ampio approfondimento, ha fatto luce sullo stato di salute del giornalismo americano citando firme del calibro di Mathew Ingram e Jeff Jarvis e passando in rassegna i significati del nuovo giornalismo quello che è, per dirla alla Jarvis, prima di tutto un servizio.

In questi stessi giorni Steve Buttry ha spostato l'attenzione delle sue "lezioni" di giornalismo digitale su una questione tanto delicata quando bistrattata ovvero il reclutamento di personale al fine di alimentare la redazione. E qui Buttry si sporca le mani con un argomento al quale gli editori spesso sembrano essere allergici: l'assunzione. Sì perchè assunzione è sinonimo di nomina, chiamata, ma anche accettazione e accoglimento. Spesso l'editoria e il giornalismo fuggono quando si tratta di chiamare con il loro nome le cose e le persone, e sembrano preferire l'anarchia alla regola e all'ordine. Il giornalismo tende, e questo non solo oltreoceano, ad allontanare e isolare i freelance che, al contrario, potrebbero innalzare la qualità di una redazione. 

Un taglio differente a questa situazione sembra voler essere l'obiettivo di Assignmint, la piattaforma ideata da Jeff Koyen che permette l'incontro tra giornalisti freelance e editori. L'offerta e la domanda, si potrebbe dire in altre parole oppure la proposta, l'idea e la piazza che l'accoglierà. Ecco che i termini sembrano tornare al loro posto, ognuno trova la giusta collocazione. Come spiega Susanna Combusti su Piazza Digitale: "Gli strumenti offerti da Assignmint seguono tutto il processo creativo del giornalista, dalla proposta fino alla retribuzione. Il sito offre agli utenti una maxi agenda, con indirizzi e recapiti di oltre 15.000 quotidiani, periodici e siti online americani. Il sito è pensato come un distributore di idee e, in futuro, l’obiettivo è di creare un algoritmo che abbini la proposta alla testata, un po’ come Linkedin, che suggerisce potenziali clienti ai liberi professionisti."

Con Assignmint si apre un nuovo modo di guardare e pensare al giornalismo che potrebbe essere, senza troppi sforzi, spostato anche sul territorio italiano per regolarizzare quella "giungla" che, invece, caratterizza il nostro modo di fare notizia. E da qui il passo all'estensione del diametro del gruppo verso coloro che stanno per diventare giornalisti o, pensando più in grande, verso coloro che il giornalismo lo fanno ogni giorno senza essere giornalisti, rubando le parolo a Ingram, il passo dicevo dovrebbe essere breve. 

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