L'Amante di Marguerite Duras: tra desiderio e umanità

"Penso spesso a un'immagine che solo io vedo ancora e di cui non ho mai parlato. E' sempre lì, fasciata di silenzio, e mi meraviglia. La prediligo fra tutte, in lei mi riconosco, m'incanto. Presto fu tardi nella mia vita. A diciott'anni era già troppo tardi" e continua così una delle più belle pagine mai scritte nella storia delle letteratura. Marguerite Duras inizia a scrivere L’Amante nel 1983, dopo una lunga disintossicazione per abuso di alcool. E' probabilmente in clinica che la scrittrice matura il bisogno di un ritorno alle origini rispolverando quella parte della sua adolescenza che non ha mai rivelato a nessuno per motivi di pudore. Tra le pagine del romanzo si dischiude l'immagine che solo lei vede ancora, quell'immagine sempre taciuta, fasciata dal silenzio.


Ogni libro è legato a un ricordo, nel momento in cui lo si apre.  L'Amante mi è stato regalato con la promessa che lo avrei studiato così come si fa in preparazione agli esami universitari. Non credo di esser mai riuscita a superare quest'esame. Perché leggere un romanzo come questo è partecipare a quella che è stata la vita di Marguerite Duras in un luogo e in un periodo, l'Indocina degli anni Trenta, di grande mutamento sociale oltre che privato. Se rimembrare la sua storia è frutto della volontà del figlio Outa, il quale chiede alla madre di parlargli dell'album fotografico, è proprio la storia nel suo divenire che si presenta come la vera protagonista. Disvelamento del desiderio, dell'amore tra una ragazzina di quindici anni e un miliardario cinese. 

"Penso spesso a un'immagine che solo io vedo ancora e di cui non ho mai parlato. E' sempre lì, fasciata di silenzio, e mi meraviglia. La prediligo fra tutte, in lei mi riconosco, m'incanto. Presto fu tardi nella mia vita. A diciott'anni era già troppo tardi" e continua così una delle più belle pagine mai scritte nella storia della letteratura. Marguerite Duras inizia a scrivere L’Amante nel 1983, dopo una lunga disintossicazione per abuso di alcool. E' probabilmente in clinica che la scrittrice matura il bisogno di un ritorno alle origini rispolverando quella parte della sua adolescenza che non ha mai rivelato a nessuno per motivi di pudore. Tra le pagine del romanzo si dischiude l'immagine che solo lei vede ancora, quell'immagine sempre taciuta, fasciata dal silenzio.

E accanto alla storia c'è il lirismo narrativo che si contraddistingue per l'alternanza di violenza e dolcezza, forza e mistero, nostalgia e razionalità. Una donna che rievoca la ragazza che è stata un tempo, una donna che si guarda allo specchio e giudica ciò che ha fatto e ciò che è stata, una donna che si confonde con la ragazzina dell'epoca, che rivive quel desiderio, lo cattura e gli dà un nome mettendolo nero su bianco. 
L'Amante è un romanzo impegnativo, difficile da definire, le parole restano nella mente anche ore dopo averlo chiuso. E si avverte qualcosa di irrisolto con il romanzo stesso, come se la condizione vissuta dalla Duras investisse la nostra stessa vita. 

2 commenti:

  1. l'ho letto anch'io, anni fa,con lo stesso pudore che ben descrivi

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  2. Credo che la parola pudore renda bene l'idea di questo libro. Grazie del tuo passaggio

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