Le donne dell'Ancien Régime: alle origini dell'emancipazione femminile francese

Il 6 marzo del 1980, Marguerite Yourcenar viene eletta all'Académie française. Il 22 gennaio dell'anno dopo, Yourcenar farà il suo ingresso all'Académie. È un evento senza precedenti.


Marguerite Yourcenar, nel discorso di apertura alla celebrazione, dopo aver ringraziato per la sentita accoglienza («come si conviene, comincio ringraziandovi per per avermi accolta tra voi con un onore senza precedenti. Non insisto -tutto questo lo sanno già - sulla gratitudine che devo agli amici che, nella vostra Compagnia, si sono premurati di eleggermi, senza che io ne avessi fatto richiesta, come sarebbe d'obbligo per consuetudine»), ricorda «une troupe invisible de femmes» e dedica a loro, a queste donne invisibili, l'onore di far parte dell'Académie française: «mi avete accolta, come ho detto. Questo io incerto e fluttuante, questa entità la cui esistenza io stessa ho contestato, e che sento davvero delimitata solo dai pochi libri che ho scritto, eccola così com'è, è circondata, accompagnata da un gruppo invisibile di donne che avrebbe dovuto, forse, aver ricevuto questo onore molto prima, al punto che sono tentata di farmi da parte per far passare le loro ombre».


Les femmes de l'Ancien Régime, «le regine dei salotti e, prima ancora dei vicoli, non pensavano di varcare la soglia della vostra Accademia, forse, se lo avessero fatto, avrebbero creduto di poter perdere la loro sovranità femminile (…) spesso riuscirono a portare uno dei loro protetti nella vostra Compagnia, un'usanza che, ne sono certa, è durata fino ai nostri giorni; a loro importava molto poco di essere nominate  all'Académie française. Non si può quindi affermare che in questa società francese così intrisa di influenze femminili, l'Accademia fosse particolarmente misogina; semplicemente si atteneva al rispetto delle usanze che ponevano volentieri le donne su un piedistallo, ma non permettevano ancora che a loro venisse offerta ufficialmente una poltrona. Perciò non ho motivo di essere orgogliosa dell'onore sì grande certo, ma quasi fortuito e da parte mia quasi involontario, che mi è stato fatto; ho più ragioni per ringraziare chi mi ha teso la mano per varcare una soglia».




Chi sono le femmes de l'Ancien Régime di cui parla Yourcenar nel suo discorso?


Catherine de Rambouillet è una delle donne dell'Ancien Régime. Di origini italiane, in seguito al matrimonio con Charles d'Angennes, ottiene i titolo di Rambouillet oltre ad altri benefici accessibili solo alle nobildonne come lo studio delle arti e delle lettere. Spettatrice, non di certo passiva, degli amori e dei fasti della Francia del 1600, Catherine de Rambouillet ha assistito alla nascita dell'Académie française sotto la guida di Richelieu. Nella sua chambre bleu riunisce poeti e scrittori, discute sulla lingua optando per una purezza del linguaggio che sia riflesso della purezza e della nobiltà d'animo (preziosismo). Sull'onda dell'entusiasmo e delle convinzioni che animano le sue riunioni, una sorta di anticipazione dei movimenti femministi europei ai quali assisteremo tra la fine del diciottesimo e l'inizio del diciannovesimo secolo, Catherine de Rambouillet fonda l'Hôtel de Rambouillet, un tempo conosciuto come Hôtel de Pisani, accanto al Louvre, al posto dell'attuale Palais-Royal, in Rue St. Thomas du Louvre. L'Hotel diventerà il primo salotto culturale di Parigi. La sua struttura, le ampie e profumate stanze illuminate da alte finestre, le attività sociali e culturali che si sviluppano tra quelle mura, gli incontri e i ricevimenti, tutto, dall'architettura ai momenti di convivialità, influenzerà i salotti letterari successivi.  



Catherine de Rambouillet


A Catherine de Rambouillet succederà Madeleine de Scudéry. Aristocratica dell'Ancien Régime nonché creatrice della carte du pays de tendre, una mappa immaginaria di un paese chiamato “Tenerezza” tratto dal suo stesso romanzo, Clélie, historie romaine del 1654. Si parte dal paese “Nuova amicizia” attraversato da un fiume di nome “Inclinazione”. Verso la sua foce si aggiungono altri due fiumi, “Riconoscenza” e “Stima”. Questi fiumi sfociano nel mare Pericoloso e la riva oltre quel mare si chiamata “terra sconosciuta”. Questo mare rappresenta la passione. Insomma, una carta dove immaginazione e sentimento diventano un tutt'uno.



Madeleine de Scudéry


Tra le femmes de l'Ancien Régime è da ricordare Madame de Sévigné, autrice di un corpus di lettere che testimoniano la sua verve letteraria oltre ad una incredibile capacità di osservazione del mondo circostante e dei rapporti umani e sociali della sua epoca. Molti sono i nomi dell'aristocrazia francese rintracciabili nelle sue lettere: Boileau, Racine, Bossuet, Mademoiselle de Scudéry, F. de la Rochefoucauld, Madame de La Fayette. Le lettere di Madame de Sévigné sono state lodate da Maupassant; stile e carattere oltre che forte congiunzione della scrittura con la vita faranno di lei una delle icone letterarie di Proust (che la riteneva sua ispiratrice) e, più tardi, di Virginia Woolf, la quale vedrà nella scrittura di de Sévigné gli albori del romanzo novecentesco. 



Madame de Sévigné



Con Madame de Lambert si può iniziare a parlare senza ombra di dubbio di femminismo. Filosofa e scrittrice, Madame de Lambert rivendica «per le donne il diritto all’istruzione, alla libertà di pensiero e di espressione». Con finezza psicologica elabora un piano educativo per le donne al fine di consentire loro di conquistare una propria individualità, rifuggendo dagli stereotipi voluti dal mondo maschile» (Rita Stefanelli Sciarpetti). Scrive Madame de Lambert: «Per tutto il tempo abbiamo trascurato l'educazione delle donne; abbiamo prestato attenzione solo a quella degli uomini. Ci siamo comportati come se le donne fossero una specie diversa. Le abbiamo abbandonate a loro stesse senza alcun aiuto e senza la minima considerazione». Nel 1710, Madame de Lambert apre quello che diventerà uno dei salotti più famosi della Francia dopo il suo predecessore all'Hôtel de Rambouillet, il salotto presso l'Hôtel de Nevers


Réflexions nouvelles sur les femmes è uno dei suoi scritti più famosi nei quali raccoglie pensieri e proposte circa il ruolo delle donne nella società. «Le donne non possono dire agli uomini: Che diritto hai di vietarci di studiare le scienze e le belle arti? Le donne che si sono dedicate a queste discipline non hanno prodotto oggetti sia sublimi che utili?». Ad appoggiare le idee di Madame de Lambert vi è il teologo Fénelon e il commediografo Marivaux. Quest'ultimo si farà portavoce della parola di de Lambert attraverso una delle sue opere, La colonie



Madame de Lambert


La colonie di Marivaux, sotto il governo di Luigi XV, metterà in scena un cambiamento che risentirà sia dei mutamenti sociali sia politici e culturali rispetto alla monarchia assoluta di Luigi XIV. La colonie racconta di un gruppo di isolani che tenta una riorganizzazione interna dove le donne hanno uguali diritti, se non superiori, rispetto agli uomini. Marivaux porta sul palco le rivendicazioni di Catherine de Rambouillet, Madame de Lambert e delle altre femmes dell'Ancien Régime. Con Marivaux si è parlato di femminismo sentimentale (Susan Read Baker, 1982) e polemica femminista (Pietro V. Conroy,1981).


Circa trent'anni dopo il salotto di Madame de Lambert, Marie-Thérèse Geoffrin darà vita al suo centro di cultura in rue Saint-Honoré. Culla delle arti e delle lettere, il salotto di Marie-Thérèse Geoffrin è un centro intellettuale in cui dominano gli enciclopedisti, filosofi, pittori, scultori, scrittori ma anche principi e politici. La sua fama la precede. Chi entra in contatto con Madame Geoffrin non può far altro che lodare e ammirare la sua cultura, la sua intelligenza e i modi appropriati di porsi in società, a suo agio in tutte le circostanza: ne scrive in questi termini lo stesso Horace Walpole



Marie-Thérèse Geoffrin


La società culturale francese trova la sua essenza proprio nell'esprit des femmes. Niente del genere si può rintracciare, nello stesso periodo storico, in Inghilterra o in Germania, tanto meno in Italia e Spagna. 


Una sera, mentre Horace Walpole esce dal salotto di Madame Geoffrin, dirà di aver trascorso la serata precedente da Madame du Deffand e di quanto la sua energia e bellezza lo abbiano travolto. Con Madame du Deffant inizia il tramonto della fama di Geoffrin. 


Come si legge nel libro di Benedetta Craveri dedicato proprio a Madame du Deffand, la dama «visse da libertina gli anni mirabilmente sventati della Reggenza; animò le feste perenni del regno di Sceaux, dedito alla tirannia dello svago; esercitò la potenza di grande salonnière nella Parigi intorno alla metà del Settecento; sostenne in modo decisivo d’Alembert, fu amica di Voltaire, ma guardò con insofferenza agli illuministi come partito; si abbandonò, cieca e settantenne, alla più intensa passione della sua vita, quella per Horace Walpole, di molto più giovane di lei; rimase fino all’ultimo lo spirito lucidissimo che scriveva a Voltaire: -Non c’è parte che si possa recitare nel teatro del mondo a cui non preferirei il nulla-. Se vogliamo respirare l’essenza più pura del Settecento non abbiamo che da aprire una delle sue lettere, le uniche paragonabili a quelle di Madame de Sévigné. Vi troviamo le peculiarità eminenti del secolo: il culto dell’intelligenza, la sovranità del gusto, il senso della naturalezza. Ma in Madame du Deffand esse sono spinte a un estremo doloroso, labili e scintillanti figure che spiccano su un fondo desertico. Perché ogni forma, per quanto perfetta, appare qui corrosa da un tarlo: il flagello della lucidità (Cioran), il riconoscimento del carattere torturante della coscienza, accompagnato dall’ossessione della noia che qui evoca la percezione acuta, cronica del nulla delle cose».



Madame du Deffand



Ad accogliere le idee femministe delle femmes de l'Ancien Régime vi sono i coniugi Nicolas de Condorcet e Sophie de Grouchy. Scrittrice e traduttrice, donna di grande cultura ed eleganza, fonda e dirige con il marito il suo salone presso il Quai di Conti nell'Hôtel des Monnaies. il salone accoglierà molti artisti e intellettuali non solo dalla Francia ma da tutta Europa (Sophie de Grouchy parlava correntemente l'inglese grazie alla sua attività di traduttrice) diventando, in poco tempo, il centro di un'Europa illuminata. 


Libertà di parola, di istruzione, libertà di matrimonio (inclusa una legge sul divorzio): sono queste alcune delle rivendicazioni delle femmes de l'Ancien Régime che trovano terreno fertile nel programma di molti repubblicani e riformatori sociali (come Sophie de Grouchy e il marito) che aspirano al crollo della monarchia e l'inizio di un governo costituzionale. La strada che porterà alla fine della Rivoluzione francese si bagnerà anche del sangue di molte donne che hanno osato prendere parola al dibattito politico e sociale in difesa dei diritti femminili: tra queste, Olympe de Gouges e Manon Roland


Con l'avvento di Napoleone, il ruolo della donna viene ridimensionato. Vengono, inoltre, cancellate le tracce delle femmes de l'Ancien Régime compresi i saloni come il primo fondato da Rambouillet o quello presso l'Hôtel de Nevers. Queste donne diventeranno, decennio dopo decennio, «une troupe invisible de femmes» ricordate, con grande coraggio, da Marguerite Yourcenar nel 1981 all'Académie française.


Come scriverà, agli inizi dell'Ottocento, Stendhal: «L'admission de la femme à l'égalité parfaite serait la marque la plus sûre de la civilisation; elle doublerait les forces intellectuelles du genre humain et ses chances de bonheur». 


Si dovranno attendere proprio i primi decenni del 1800 perché le donne riescano a prendere, nuovamente, coscienza del loro ruolo e di quanto è stato loro sottratto: George Sand, Delphine de Girardin e più tardi Colette declineranno al femminile parole e atteggiamenti un tempo esclusivamente maschili gettando le basi per un discorso sociologico e letterario del femminismo moderno e contemporaneo. 



George Sand



Parte del discorso su George Sand e le implicazioni letterarie circa le riflessioni sul ruolo della donna nella società a partire dalla metà dell'Ottocento sono contenuti nel mio ultimo, L'evento della scrittura. Sull’autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux pubblicato da 13lab Editore libro. 



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