Se
stasera sono immobile, non è senza scopo, perché dentro di me si agita – oltre
a questo dolore al torso, come una grande vite senza fine – un tormento molto
meno familiare del dolore, un'insurrezione che, nel corso della mia lunga vita,
ho più volte negato, poi contrastato, infine accettato, perché scrivere porta
solo a scrivere. Umilmente, scriverò di nuovo. Non c'è altro destino per me.
Quando si smette di scrivere? Qual è l'avvertimento? Un inciampo della mano? Una
volta credevo che il compito scritto fosse come altri lavori; dopo aver deposto
lo strumento, si grida di gioia: "Finito!" e si battono le mani,
dalle quali piovono granelli di sabbia che si erano ritenuti preziosi... È
allora che, nei disegni formati dai granelli di sabbia, si leggono le parole:
"Continua..."
Colette, Le fanal bleu

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