“In
realtà la ribellione contro i miei genitori, contro la povertà, contro la mia
classe sociale e il suo razzismo, la sua violenza, i suoi riti, sono venuti
dopo. Perché prima della mia rivolta contro il mondo della mia infanzia, è
stato il mondo della mia infanzia a rivoltarsi contro di me. Troppo presto,
infatti, sono diventato per la mia famiglia e per gli altri un motivo di
vergogna, persino di disgusto. Non ho avuto altra scelta che scappare. E questo
libro è il mio tentativo di comprendere”.
Romanzo
d’esordio di Édouard Louis, Il caso di Eddy Bellegueule si impone fin da subito
in Francia come un vero e proprio caso editoriale. È un testo che porta al
centro della scena letteraria le dinamiche sociali e culturali che alimentano
l’emarginazione, mostrando come esse siano il prodotto di un sistema sociale
oppressivo. Atto politico e testimonianza personale, il libro ruota attorno
alla storia dello scrittore che, attraverso il suo alter ego Eddy, racconta
un’infanzia e un’adolescenza difficili in un villaggio operaio del nord della
Francia. È un mondo segnato dalla povertà, dall’alcolismo, dal razzismo e da
una mascolinità tossica. Fin da piccolo, Eddy si scopre diverso, sensibile,
effeminato, vulnerabile, e per questo diventa oggetto di derisione, isolamento
e violenza, anche da parte della sua stessa famiglia. La scrittura, così
essenziale e chirurgica, restituisce con forza e autenticità la durezza di quel
contesto, trasformando il romanzo in un documento umano e sociologico di grande
potenza.
Scrittore
impegnato, vicino per tematiche e visione a Didier Eribon, Édouard Louis si è
presto affermato come un intellettuale che crede nella letteratura
“confrontazionale” ovvero una letteratura che non si limita a evocare, ma osa
dire la verità sul mondo, facendo dell’impegno politico una dimensione
intrinseca dell’arte stessa. Già da questo esordio, si intravede quella che
sarà la riflessione più ampia sulla responsabilità sociale che lo accompagnerà
negli scritti successivi. Louis riconosce che la responsabilità maggiore ricade
su chi detiene il potere e le risorse, e crede, pertanto, in una forma di
“giustizia di classe al contrario”, che invita a guardare la disuguaglianza
come scelta collettiva di chi ne trae vantaggio.
Eddy
Bellegueule riesce ad andarsene da quel mondo, un’uscita segnata dalla ferita,
dal dolore di chi deve abbandonare tutto per salvarsi. Louis ce lo racconta con
lucidità mostrando come ogni passo verso la libertà comporti una distanza
sempre più incolmabile da ciò che si è stati, perché, come dice lui stesso,
“dal momento in cui inizi a scrivere, non fai più parte della classe operaia”.

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