“Ho scelto a Parigi dodici luoghi, strade, piazze, incroci, legati ad alcuni ricordi, ad eventi oppure a momenti importanti della mia esistenza. Ogni mese, descrivo due luoghi; una prima volta sul campo (in un caffè, o lungo la via stessa) descrivo “ciò che vedo”, nel modo più neutrale possibile; una seconda volta, non importa dove (a casa mia, in un caffè, in ufficio) descrivo un territorio della memoria, rievoco i ricordi legati a quel luogo, le persone che vi ho conosciuto (…). Il tempo ritrovato si confonde con il tempo perduto; il tempo si aggrappa a questo progetto, costituendone la struttura e il vincolo; il libro non è più la restituzione di un passato, ma la misura del tempo che scorre, il tempo della scrittura”.

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