Nel maggio 2023, Annie Ernaux è stata intervistata da Matthias Dressler-Bredsdorff a Copenaghen, in un incontro che esplora profondamente la sua scrittura e il suo approccio alla letteratura. In questa intervista, la Premio Nobel per la letteratura 2022 condivide il suo punto di vista sulla scrittura come atto politico e personale, incentrato sulla memoria, la realtà e la classe sociale.
Ernaux
afferma che non è il coraggio a spingerla a scrivere di ciò di cui altri non
parlano, ma il desiderio di esplorare territori non ancora sondati, spingendosi
oltre la vergogna e l’imbarazzo. La sua scrittura, che spesso esplora le
esperienze personali, nasce da un impegno sociale profondo, il cui scopo è dare
voce a una classe sociale che difficilmente trova spazio nei racconti
ufficiali. Come dice lei stessa, “se l’ho vissuto, allora esiste”, e per questo
non è vergognoso parlarne.
Proveniente
da una famiglia di operai e contadini, Ernaux ha iniziato a scrivere durante la
sua giovinezza, spinta dalla necessità di difendere la sua classe sociale. La
sua scrittura, “violenta” e “diretta”, nasce dal bisogno di esprimere una
realtà priva di abbellimenti, in grado di mantenere un legame profondo con la
verità dei fatti. In questo senso, Annie Ernaux rifiuta qualsiasi tentativo di
rendere la sua scrittura “bella”, preferendo cercare piuttosto di renderla “giusta”.
La sua scelta di utilizzare uno stile “fattuale” e una sintassi precisa (chirurgica,
etnologica) non è un tentativo di distorcere la realtà, ma di rappresentarla
nella sua essenza più pura, senza restrizioni emotive.
Nel
corso dell’intervista, Annie Ernaux riflette anche sulla sua evoluzione come
scrittrice e sul ruolo che la scrittura ha avuto nella sua vita. Dopo aver
pubblicato il suo primo libro, Gli armadi vuoti, ha iniziato a scrivere
delle sue esperienze familiari e sociali, sempre con uno sguardo critico e
lucido. La sua riflessione si è poi allargata alla posizione stessa di
scrittrice: dove si trova la scrittrice nel testo? Come può una scrittrice affrontare la
realtà senza perderne la forza e l’immediatezza?
In
più occasioni ho scritto che la sua scrittura non è solo un atto personale, ma
anche un atto politico, in cui le parole e le scelte linguistiche diventano
strumenti di lotta e di denuncia di genere e di classe. Questa intervista
rappresenta un’altra importante occasione per entrare nel mondo di Annie
Ernaux, per scoprire il suo modo di fare letteratura come atto di resistenza e
di verità.
Il titolo dell’intervista riprende il titolo di un’altra famosa intervista poi divenuta un libro: L’écriture comme un couteau. Entretien avec Frédéric-Yves Jeannet. Si può leggere la mia intervista a Frédéric-YvesJeannet e l’approfondimento che ho scritto sul suo libro per la rivista Collateral Revue.

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