domenica 8 marzo 2020

La bibbia del femminismo: Il secondo sesso di Simone de Beauvoir

Questo articolo è apparso sulla rivista LuciaLibri

Illustration by Tatyana Antoshina

È un libro dirompente, attuale e con una pesante eredità “Il Secondo Sesso” di Simone de Beauvoir, bibbia del femminismo che ha allargato gli orizzonti della ricerca e della riflessione. E che ha ispirato anche Annie Ernaux…

Come si costruisce la libertà femminile e su cosa si fonda? Alla base della bibbia del femminismo contemporaneo, scritta da Simone de Beauvoir, c’è questa domanda che abbatte qualsiasi rivendicazione sociale e obbliga ad allargare gli orizzonti della ricerca e della riflessione. Ricerca e riflessione che trovano le risposte in testi filosofici e storici. Da qui l’indagine antropologica, biologica, psicoanalitica e letteraria del primo volume cui fa seguito il secondo volume con un’analisi prettamente più filosofica. «On ne naît pas femme, on le devient» («Donna non si nasce, lo si diventa»): è l’incipit del secondo volume. Una frase che ancora brucia, scuote, inquieta e lascia uno spazio bianco tra la parola femminismo e la parola donna.

Le Mouvement d’avant le Mouvement, come lo ha simbolicamente definito Michèle Le Doeuff, Il Secondo Sesso (763 pagine, 26 euro) di Simone de Beauvoir, edito in Italia da Il Saggiatore nella traduzione di Roberto Cantini e Mario Andreose, dopo oltre settant’anni dalla sua pubblicazione continua a fungere da catalizzatore di saggi, conferenze, testi critici, quasi a sottolineare l’eternità della parola scritta. Questo ci ricorda che il libro di Simone de Beauvoir non solo ha trasformato la vita di milioni di donne, ispirando le attiviste femministe dalla seconda metà del Novecento in poi, ma ha anche anticipato la ricerca femminista e gli studi di genere universitari in termini di collaborazione e interscambio multidisciplinare.

Attraverso il libro di Simone de Beauvoir scivoliamo lentamente nell’universo del femminismo militante che per l’autrice (e per coloro che si misurano, quotidianamente, con le sue idee) vuole essere una consapevolezza, soggettiva e politica, una lotta individuale e collettiva, una scelta esistenziale.

Per comprendere la portata de Il Secondo Sesso dobbiamo calarci nel contesto sociale e politico della Francia intorno agli anni ’50 del Novecento, ovvero il periodo in seguito alla pubblicazione del libro. Per la prima volta una donna parlava delle donne (senza necessariamente auspicare un interlocutore femminile) partendo da testi scientifici e avvalorando, attraverso gli stessi, le proprie tesi. Questo permette, per le donne dell’epoca, di immergersi, per la prima volta, nella propria esistenza. Non più oggetto ma soggetto. «Questa rivelazione della condizione delle donne ha avuto qualcosa di spaventoso ma anche profondamente liberatorio, aprendo la strada alla presa in carico della mia vita». A parlare è Annie Ernaux che spiega, con assoluta lucidità, il significato e la valenza del libro della de Beauvoir: «Pour comprendre le choc du livre de Simone de Beauvoir, il faut se représenter le contexte politico-social de l’époque. En 1959, la France était engagée dans une guerre coloniale, la guerre d’Algérie, qui mobilisait tous les débats. Les valeurs traditionnelles – la religion, le mariage et la famille – régissaient la société, l’union libre constituait un scandale. L’opacité était totale sur la condition des femmes. Paradoxalement, l’image d’une mère commerçante active, jouissant de pouvoir et de liberté, n’ayant que mépris pour les tâches ménagères et convaincue de la nécessité pour une femme d’avoir son indépendance financière, m’avait, à la fois, occulté la réalité du fonctionnement de la société et empêchée de m’y soumettre sans souffrance. Les codes maternels que j’avais assimilés étaient en conflit avec ceux de la société, en clair, je n’étais pas « féminine » ni dans ma tête ni dans mes comportements, sous une apparence affichant au contraire, avec excès, les signes de la féminité, style Brigitte Bardot. Les expériences sexuelles de l’été précédent avaient fait éclater ce conflit que j’avais vécu sans le comprendre, dans la honte et de la solitude, et qui m’avait menée à la boulimie, puis l’anorexie. Au printemps 1959, le texte de Beauvoir, en surgissant dans ma vie, me permettait de « relire » mon adolescence, de me situer en tant que femme. Ce dévoilement de la condition des femmes avait quelque chose d’effrayant mais aussi de profondément libérateur, ouvrant la voie à une prise en main de ma propre vie».

Non solo Annie Ernaux. A difendere la parola di Simone de Beauvoir ricordiamo anche Colette Audry, Dominique Aury e Françoise d’Eaubonne. Gli interventi, gli articoli, i libri e i saggi non hanno fatto altro che arricchire la sua opera. Ricchezza e complessità, confronto e condivisione. Questo è quello che emerge dalla proficua produzione post-pubblicazione del libro della de Beauvoir. Oltre allo shock iniziale, come riportato anche dalla Ernaux, il libro esercita una notevole influenza su tutta la generazione femminile, come riconosciuto dalla stessa Ménie Grégoire. Da subito il suo lavoro appare in tutte le bibliografie (ed è tuttora sistematicamente citato negli studi sulla materia femminista). Molti saggi ne fanno un’analisi critica: Le complexe de Diane, érotisme ou féminisme di Françoise d’Eaubonne può essere considerato un’estensione de Il Secondo sesso. Qualche tempo dopo, ritorna Ménie Grégoire che propone delle possibili risposte al libro della de Beauvoir. Anni dopo Andrée Michel e Geneviève Texier cercheranno di dare alle stampe un’opera che sia riposta e aggiornamento al tempo stesso de Il secondo sesso. Tutto ciò a dimostrazione del significato e della reale portata di questo libro che, inconsapevolmente, abbiamo ereditato.

Nel successo lo scandalo. Nella valorizzazione dei fatti e dei miti della prima parte si insinua l’esperienza vissuta, quella più autobiografica, quella più intima e memoriale della seconda parte. Quei capitoli che hanno folgorato tutti, uomini e donne, femmine e maschi.

Una lettura necessaria, oggi più che mai, soprattutto per chi ha dimenticato il significato della libertà femminile.



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