domenica 29 dicembre 2013

Correndo vivo di più

Elisa Talentino
In questi giorni di ritrovi, abbracci, brindisi, sguardi alla finestra, ricordi, panettoni, torroni, corpi e respiri sono stata un po' assente. E non è la prima volta ma è così quando si prende un treno e si inizia un viaggio, è difficile scendere e allora lo sguardo va altrove, il corpo anche e la mente non la tieni più. 
E devo dire che mi piace questa cosa di vivere senza respiro un momento dopo l'altro, un attimo che incalza e scalza quello precedente, è una corsa continua. Credo di averlo detto già in altre sedi, tra le pagine di questo blog, che la corsa è qualcosa che mi appartiene (non nel senso più propriamente "sportivo" del termine). Ho sempre rincorso qualcosa perchè volevo arrivare da qualche parte, a volte non sapevo dove volevo andare e neppure dove stavo andando ma di una cosa ero certa: volevo andare lontano. Certe volte la corsa ha rappresentato una fuga da qualcuno, da qualcosa. 
Poi trovi un posto, un albero, un prato, una panchina, delle mura, dei libri e dei quadri. Li trovi in ordine sparso ma li trovi e capisci che ti vuoi fermare. Che forse quel posto puoi provare a chiamarlo casa.
E un po' così che mi son fermata, anche se con la mente viaggio. Ma i piedi sono ancorati a un pezzo di mondo che nel mio cuore (e a volte ancora adesso ho paura a pronunciare quella parola) cerco di chiamarlo casa

Una musica per voi, per tutti voi. Spero vi piaccia, Sigur Rós - Hoppípolla


martedì 17 dicembre 2013

Social Media Marketing: un ebook a più mani



E' una cosa un po' strana annunciare l'uscita di un libro, specie se si tratta del proprio. Ma in questo caso vorrei parlare di progetto prima ancora di chiamarlo libro. 
In seguito alla collaborazione con 4writing, un blog multiautore che tratta temi relativi al mondo del Copywriting, Web Writing, Blogging e Social Media, è nato il progetto che ruota attorno all'ebook uscito nella giornata di oggi disponibile gratuitamente seguendo le istruzioni a questo link

Insieme a Lino Fiorenza, Silvia Cariello e Elena Paganelli abbiamo raccontato quali sono gli step che una strategia di social marketing efficace dovrebbe seguire prima e durante le vacanze di Natale inoltre abbiamo anche proposto degli esempi di strategie vincenti sulla base di case history di successo.

Che cosa riguarda il marketing con me? Qualcuno di voi, mi riferisco ai follower che seguono abitualmente questo blog, mi conosce abbastanza bene da sapere di cosa mi occupo nella vita altri, forse, hanno intuito ciò che tratto ogni giorno attraverso le mie passioni. La scrittura è sempre al centro dei miei interessi e delle mie attività. Tutto ciò che faccio, che si tratti di attività remunerative o di passioni, passa attraverso la scrittura. Attorno alla scrittura ruotano, da anni, degli interessi che sono maturati attraverso gli studi, le letture e che hanno portato a corsi, collaborazioni e molteplici attività dalle quali ne sono sempre uscita arricchita soprattutto moralmente. Tutto questo ha portato, oggi, a una professione ancora non ben definita e riconosciuta in Italia ma che sta evolvendo con grande rapidità e le cui potenzialità vengono percepite non solo dalle azienda ma anche dagli enti culturali.

Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità, quindi aspetto i vostro download (vi ricordo che l'ebook è gratuito!) e soprattutto aspetto i vostri feedback. Se invece volete saperne di più su di me, potete trovarmi qui .


lunedì 16 dicembre 2013

La crisi culturale italiana: dati, analisi e riflessioni

Siamo ancora in tempo per un pieno di cultura!


Negli ultimi tempi, la cultura viene vista come qualcosa di cui è possibile (per alcuni anche auspicabile) fare a meno, dal momento che sembrerebbero essere altri i bisogni di cui necessita il nostro Paese. Ebbene, questo parere, piuttosto diffuso tra l'opinione pubblica, alimentato da una disinformazione e da una certa approssimazione giornalistica, rischia di allontanare dalla realtà della situazione.

Per chiarire le idee si potrebbe partire dal rapporto 2013 di Federculture che a luglio di quest'anno, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, ha presentato i dati relativi al 2012 riguardanti il settore culturale, alzando i toni e dichiarando lo stato d'allarme. Il 2012 ha registrato, infatti, un -4,4% sulla spesa per la cultura. A questo si associano i dati sulla ricezione culturale negativi in ogni settore, con un calo significativo per quel che concerne i teatri (-8,2%), musei e mostre (-5,7%), concerti (-8,7%) e cinema (-8,2%). Gli stessi investimenti registrano dati negativi: nel 2012, i Comuni italiani hanno tagliato dell'11% le loro disponibilità mentre i privati del 9,6%. In generale, il calo dal 2008 è del 42%.

La situazione esposta dal rapporto 2013 di Federculture risulta ancora più grave se si prende in esame il tasso di disoccupazione che, stando ai dati Istat relativi al periodo di agosto 2013, è aumentato dell'1,4% rispetto a luglio 2013 e del 14,5% su base annua. A questi dati dobbiamo affiancare quelli che riguardano le persone in cerca di lavoro tra i 15 e i 24 anni che rappresentano l’11,1% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 40,1%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5,5 punti nel confronto tendenziale.

Il tasso di disoccupazione può essere interpretabile come una conferma del fenomeno di dis-interpretazione tra individuo e società, tratto saliente della modernità avanzata (cit. Federico Chicchi, Derive sociali precarizzazione del lavoro, crisi del legame sociale ed egemonia culturale del rischio, Franco Angeli, 2001, pag. 122). Se è vero, come infatti emerge dagli studi di sociologia e diritto dell'economia, che il Novecento era il secolo rappresentativo della Società del lavoro all'interno della quale il valore di una persona era direttamente proporzionale al ruolo che rivestiva nell'attività produttiva, è pur vero che quello che molti filosofi contemporanei definiscono come periodo post-modernista ha visto l'inaugurazione di nuove dinamiche sociali in seguito all'utilizzo di macchinari che hanno semplificato (e in molti casi sostituito) il lavoro dell'uomo. Va da sé che il lavoro pretende uno sforzo in più da parte dell'uomo contemporaneo, ovvero coinvolge l'immaginazione, la creatività, la socialità, la motivazione. Per questo Chicchi parla di dis-interpretazione tra individuo e società, richiamando l'attenzione su ciò che sta producendo il modello post-fordista, cioè la precarizzazione e la totale inadeguatezza dei modelli lavorativi che, al contrario, funzionavano laddove era necessario un rapporto di subordinazione del dipendente nei confronti dell'azienda o del titolare stesso. Oggi, i confini sono meno netti e risentono di quella fluidità e flessibilità  proprie di una società da reinventare (Federico Chicchi, Lavoro e vita sociale: le dense ambivalenze della società flessibile).

La disoccupazione viene affrontata in modo differente sulla base delle disponibilità economiche, sociali e culturali degli individui di volta in volta coinvolti (Federico Chicchi, Derive sociali precarizzazione del lavoro, crisi del legame sociale ed egemonia culturale del rischio, Franco Angeli, 2001). Questo porta a differenti forme di povertà e a ciò che Federico Chicchi, nel suo saggio, definisce le fasce deboli emergenti.

A fronte di questo spaccato di realtà culturale italiana abbiamo settori dove l'offerta supera di gran lunga la domanda. Rifacendoci sempre ai dati Istat, a partire dall'anno 2010 si registra un incremento dei libri pubblicati e una certa molteplicità di generi offerti dalle case editrici (queste ultime, tuttavia, in calo rispetto a quelle dell'anno precedente). È interessante anche vedere le statistiche relative l'andamento della lettura già in età scolastica e l'influenza geografica. 

L'offerta crescente riguarda anche le fondazioni culturali: creatività, ingegno e voglia di fare sembrano essere gli ingredienti alla base di una start up culturale vincente. Nascono, quindi, realtà come Culturability «uno spazio in cui la cultura genera innovazione e occupazione con progetti sostenibili a forte impatto sociale promossi dai giovani. Un posto in cui lo stretto legame tra cultura, creatività e sviluppo si riafferma a partire dalla nascita di nuove imprese. Per promuovere la creazione e sostenere queste start up, la Fondazione Unipolis lancia il bando ‘Culturability, fare insieme in cooperativa’: 300.000 euro e una rete di partner per un percorso di accompagnamento alla costituzione delle imprese», oppure le iniziative di Startup come DeRev («piattaforma per ottenere finanziamenti, partecipazione, visibilità, feedback e proposte grazie all'unione e alla collaborazione di persone appassionate, competenti, interessate, che supportano il tuo progetto o condividono la tua causa per trasformarla in una Rivoluzione») che ha da poco mappato le piattaforme italiane per il crowdfunding attualmente attive in Italia.

È a questo punto che la politica dovrebbe dimostrare la sua forza aiutando la crescita della domanda (ristabilendo, quindi, l'equilibrio tra domanda e offerta) e investendo sulla formazione. Il sistema scolastico e universitario ha il compito di preparare le generazioni future. Laboratori, dibattiti, approfondimenti (attraverso l'intervento di specialisti dei vari settori), gite e soprattutto stage e percorsi veramente formativi che siano in grado di accompagnare lo studente (seguendo l'esempio delle università americane) nel mondo del lavoro e introdurlo in modo efficace e competente. Fare leva sulle competenze e sulle abilità. Il nostro Paese, soprattutto in questo momento storico-sociale, ha bisogno di gente preparata e che sappia fare; solo facendo leva sulle competenze reali si potranno formare delle generazioni che siano in grado di affrontare i problemi con idee convincenti e di parlare e confrontarsi facendo appello alla ragione.

Il ministro della Cultura, Massimo Bray, ha dichiarato, in occasione del convegno “Investire in conoscenza, cambiare il futuro” organizzato dalla Fondazione Con il Sud e dal Forum del libro, che uno degli aspetti preoccupanti «è questo flusso continuo di nostri ragazzi che sono costretti ad andare fuori per costruire il loro futuro. Dobbiamo investire per migliorare sempre di più quelle che sono le nostre università, il sistema scolastico». Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha, invece, illustrato la situazione partendo dai dati Eurostat secondo i quali «studiare conviene perché rende più probabile trovare un lavoro: nel 2011 in media nell'Ue lavorava l'86% dei laureati contro il 77% dei diplomati. In Italia, tuttavia, studiare conviene meno: per i laureati tra i 25-39 anni, la probabilità di essere occupati era pari a quella dei diplomati (73%) e superiore di soli 13 punti percentuali a quella di chi aveva conseguito la licenza media».

La cultura, quindi, è la risposta alla crisi, ma serve cooperazione, impegno politico, leggi, manovre e anche tecnologia. A questo proposito il Commissario Ue, Neelie Kroes, intervenendo al "II Italian Digital Agenda Annual Forum", promosso da Confindustria Digitale, ha caldamente invitato l'Italia a «prendere sul serio la questione della connettività» (attualmente la copertura delle reti a banda ultra larga raggiunge solo il 14% delle abitazioni, un dato che ci pone all'ultimo posto in Europa). Neelie Kroes ha inoltre dichiarato che «Internet crea 5 posti di lavoro ogni 2 persi. Dieci punti percentuali in più di banda larga porterebbero ad un aumento della crescita tra l'1 e l'1,5% e che presto il 90% dei lavori richiederanno competenze digitali». Insomma la crescita della digital economy sembra essere uno degli obiettivi fondamentali per uscire da questa situazione di stallo. 
Dello stesso parere sembra essere il rettore dell'Università Bocconi di Milano, Andrea Sironi, che, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, ha parlato delle riforme che il nostro Paese deve affrontare necessariamente: «una riforma del mercato del lavoro che ne accresca il grado di flessibilità, una riforma del sistema fiscale che ne riduca le distorsioni spostando il carico dal lavoro ai patrimoni, una riforma della giustizia civile che ne migliori il grado di efficienza riducendone i tempi, una riforma della pubblica amministrazione che ne potenzi l'efficacia» e del comportamento del sistema universitario: «operare come agenti per lo sviluppo e la mobilità sociale; stimolare l'innovazione e la crescita; preparare la futura classe dirigente; essere polo di attrazione di capitale umano e fare da ponte con il mondo del lavoro».

E questo è un discorso che coinvolge tutte le classi sociali, sul quale ognuno di noi deve fare uno sforzo in più per capire che non è solo il "fare" a migliorare le cose, ma anche lo studio, la riflessione, l'ascolto e la condivisione. E per questo ci vuole tempo, investimento e volontà.

mercoledì 27 novembre 2013

Pier Paolo Pasolini nelle immagini di Sandro Becchetti: Galleria dA.Co - Terni



Ascoltare Sandro Becchetti che racconta di non aver mai subito il fascino della fotografia, ma il fascino dell'arte, è una rivelazione intima ma non soprendente, facilmente riscontrabile nelle sue fotografie, molte delle quali hanno fatto la storia della fotografia italiana (e non solo) del secondo Novecento.

Quella che Becchetti chiama la degradabilità evidente più nei volti umani che nei monumenti è l'elemento che trasforma ogni sua fotografia in una storia da comunicare.

E lo spettatore accoglie il suo racconto, così come le storie narrate attraverso le fotografie, storie sempre differenti, mai scontate, impreziosite dalle sue parole che escono roche e scavalcano la nostra immaginazione. E in questo modo si scopre che alla base della sua arte c'è una profonda e sincera comprensione di se stesso avvenuta guardandosi negli occhi di un altro. E' questa la più completa definizione di quello che rappresentano le fotografie di Sandro Becchetti, indipendentemente dal soggetto (o protagonista) della storia. Continua la lettura leggendo l'articolo La fotografia è una menzogna, l'arte di Sandro Becchetti

Terni // fino al 1 dicembre 2013
Quello che resta - Pier Paolo Pasolini nelle immagini di Sandro Becchetti
Galleria dA.Co
Via del Tribunale 9

lunedì 25 novembre 2013

Il regno delle donne, Alda Merini

Per ricordare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne condivido le parole di Alda Merini.


Il regno delle donne

C'è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.

Guarda il sole quando scende
ed accende d'oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.      
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.

Una stampella d'oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l'amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.

Guarda il sole quando scende
ed accende d'oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.

Alda Merini

venerdì 22 novembre 2013

Davide Failla, l'arte, la pittura e il suo debutto artistico

Ho incontrato Davide Failla più di un anno fa, l'ho intervistato e vi ho proposto quello che, all'epoca era la sua arte. Vediamo quali cambiamenti ci sono stati nel suo modo di creare e di vivere l'arte.


Davide, è passato un po' di tempo, cosa ci racconti in merito alla tua esperienza artistica?
Rispetto all’ultima intervista è il caso di dire che ne è passato di colore sotto i ponti. Si, sembrerebbe l’espressione più adatta da usare a questo punto del mio procedere in ambito artistico. Sto creando e sto avendo un approccio differente, per certi aspetti, al mio lavoro. Mi sento un creatore di immagini e sensazioni ma le varie sfumature dipendono poi dai punti di vista e dalle intelaiature teoriche del caso, di un determinato filone artistico o di una certa corrente di pensiero. 



Davide Failla in arte Friedrich Nebraska. Qual'è il rapporto con il tuo personaggio? 
Il mio personaggio, sta crescendo sempre di più nutrendosi di nuove esperienze e mietendo i propri confini, valicandoli, giorno dopo giorno. Adesso, diversamente da qualche anno fa, a Nebraska non viene associato solo il bianco e il nero, largamente utilizzato nelle mie illustrazioni, ma anche il colore. Da un anno a questa parte ho cominciato a dipingere a olio, mosso dal confronto, tinto d’ammirazione e di desiderio di emulazione, con i più importanti maestri del passato: V. Gogh, Picasso e Dalì su tutti. Con il colore, le esperienze sono state, e sono tutt’ora, eterogenee. Quando m’esprimo a monocromi, con l’ausilio della mia Faber Castell 0.1, rendo facilmente riconoscibili ed individuabili le mie opere; ciò non è esattamente equiparabile al contesto della mia espressione attraverso i colori. 



In quest'ottica di cambiamenti che rapporto hai con ciò che racconti nelle tue tele?
Vi è sempre una sorta di base comune a tutte le tele, ma ogni tela ha la propria storia; non solo tematica ma anche estetica. In base a come mi sento, a quello che mi circonda e a quello che penso nel momento durante il quale m’appresto a dipingere, imprimo su tela i miei colori e i miei segni. Ciò non accade quando m’appresto a utilizzare solo la Faber Castell su carta. Esprimendomi solo attraverso la penna, non interrompendo dunque il connubio mistico, oltre che artistico, tra me e la materia sulla quale imprimo i miei segni, riesco ad evadere ogni faccia del reale e ad immergermi, totalmente, nell’illustrazione che traccio; molte volte, ho avuto la netta impressione di vivere all’interno di ciò che disegno. 

L’impressione è, più o meno, questa: Sono l’atto che compio, in quel dato momento. Per atto non intendo, comunque, la totalità dell’azione ma anche solo un elemento della stessa; come, per esempio, un solo passo o un puntino delle mie illustrazioni. Credo di riconoscere, nel minimale, la grandezza e il riflesso del massimale. A tal proposito, devo riconoscere quanto, il mio creare, ha alimentato la mia sfera spirituale. Quando cominciai a creare, seriamente, ero quasi totalmente distaccato dallo spirituale e da qualsiasi forma d’energia non direttamente tangibile. Illustrazione su illustrazione, tela dopo tela, ho notato quanto per ogni essere vivente fosse fondamentale creare e quindi produrre energia. Quindi, ho riconosciuto il mezzo a partire dalla causa. Posso dire di aver sentito l’abbraccio di Dio in un certo senso procedendo sempre di più con il mio creare. 
Alludo a un Dio inteso come forza naturale e come alchimia amorosa e creativa; che altro non è che alchimia amorosa perché, per creare, partendo proprio dalla decisione di farlo, si deve avere, soprattutto dentro di sé, una buona base d’amore, altrimenti è tutto vano e fine a nulla. Se c’è una differenza tra il me che avevi intervistato qualche periodo fa e il me attuale, artisticamente, sta tutta qui; ho riconosciuto il soffio divino negli elementi ed anche oltre gli elementi. 



Come ti stai muovendo su internet? Hai esposto recentemente?
Una prima personale è stata fatta a settembre e si è conclusa da poco presso Il Melograno Art Gallery di Livorno (c'è anche un video disponibile su youtube) mentre recentemente ho dato vita a una pagina su Facebook dedicata ai miei lavori inoltre ho aperto un blog. Per il resto, continuo a seguire la scena artistica attuale e, al di là di questa, ogni elemento che mi circonda.



Chi ha parlato e segnalato la mostra di Davide Failla:


martedì 19 novembre 2013

Alyson Richman, La musica segreta dei ricordi (Piemme)



Dopo la settimana da Guest Blogger di Valentina Bertani, riprendo in mano il blog e vi propongo, come primo articolo, la recensione all'ultimo romanzo di Alyson Richman, La musica segreta dei ricordi, edito da Piemme, libro profondo proprio perché la storia che narra è tratta da un fatto realmente accaduto. Vi invito a questa lettura, impegnata e a tratti faticosa perché è difficile leggere il dolore ma, nel caso decideste di farlo, mi piacerebbe avere i vostri commenti. Questa recensione è uscita sul Blog della rivista Sul Romanzo

Lo scrittore Roberto Bolaño raccontando il Cile di Pinochet riesce a creare un'atmosfera estremamente realistica che trasuda il dolore e la miseria, il patimento di un'intera generazione rovesciatosi, per riflesso, nei decenni successivi. I figli di questa sofferenza hanno taciuto il loro passato, alcuni non l’hanno conosciuto se non in età adulta, altri hanno rielaborato quel poco che i genitori sono stati in grado di raccontare. Bolaño dipinge la disperazione di quegli anni e il lettore corre veloce sul filo delle parole incastonate dallo scrittore, il quale definisce la struttura e la forma della dittatura di Pinochet. Ora, se proviamo a immaginare queste atmosfere come sfondo politico e sociale di un romanzo e aggiungiamo una storia d'amore adolescenziale che matura e sprigiona la sua forza nell'arco di un trentennio per poi subire il peso di un passato devastante tra luci e ombre, abbiamo gli ingredienti dell'ultimo libro di Alyson Richman...

Continua la lettura su questa pagina.

sabato 16 novembre 2013

Guest Post: Narrazioni multimediali e interattive


I videogiochi non saranno forse l'ultima frontiera della narrazione – chissà cosa ci riserva ancora il futuro! Ma sono comunque una forma di narrazione molto sofisticata ed evoluta. Combinano e incorporano diversi media, per raccontare una storia che è anche interattiva. Infatti, l'intervento del giocatore è essenziale per avanzare la trama. I videogiochi più simili a storie interattive sono forse i gdr, i giochi di ruolo, ma anche alcuni giochi dei generi action/adventure e survival horror spesso presentano una narrazione molto solida, con personaggi e ambienti molto ben caratterizzati.

Vorrei proporvene un assaggio lasciandovi il trailer di Final Fantasy XIII e il gameplay di Final Fantasy XIII-2


Trailer


Gameplayer




E voi cosa ne pensate delle narrazioni multimediali?

La mia settimana da guest blogger si conclude qui, ringrazio coloro che hanno letto, condiviso e commentato. A presto!


Valentina Bertani

venerdì 15 novembre 2013

Guest Post: Narrare con le immagini e la musica

E' possibile raccontare una storia senza parole? E se sì, come rendere veramente efficaci le emozioni? Come coinvolgere il bambino/adulto che sta "leggendo" la storia?

In molti hanno "scritto" una storia senza parole, riuscendo a narrare le emozioni e a rendere suggestiva l'atmosfera e gli stessi personaggi con il solo aiuto delle immagini. Lo ha fatto recentemente l’illustratore indonesiano Thé Tjong-Khing realizzando un libro illustrato per bambini senza scrivere neanche una parola.

Allo stesso modo, il video riportato qui sotto racconta una storia in cui non ci sono parole, non c'è una voce narrante e non ci sono dialoghi. Solo le immagini e la colonna sonora. Questo permette di usare la fantasia e l'immaginazione per entrare nel vivo della storia e sentire quello che provano i personaggi stessi.

Chiruri è una storia commovente, quella che vi presento, con un finale più volte interpretato dai vari lettori. 




E voi cosa ne pensate? Siete riusciti a emozionarvi anche senza leggere le parole?







giovedì 14 novembre 2013

Guest Post: Narrare con le parole


Cinzia Bolognesi e le sue meravigliose illustrazioni le potete ammirare qui http://www.ninibilu.com/
C'era una volta è il classico attacco con cui cominciano le fiabe della tradizione. Con “C'era una volta” Gianni Rodari gioca nel suo libriccino A sbagliare le storie e nella Grammatica della fantasia
Giocare “a sbagliare le storie” diventa una vera e propria serie di esercizi.

“C'era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Giallo. No, Rosso! Ah, sì, Cappuccetto Rosso. La sua mamma la chiamò e le disse: Senti, Cappuccetto Verde... Ma no, Rosso!”

- G. Rodari, A sbagliare le storie

“Questo lo schema di un vecchio gioco «a sbagliare le storie» che può nascere in ogni casa, in qualsiasi momento. L'ho adoperato anch'io, tanti anni fa, nelle mie Favole al telefono.”

- G. Rodari, Grammatica della fantasia

Il vetusto “C'era una volta” è ormai caduto in disuso – a meno che non se faccia una scelta di stile. Le “nostre” storie ormai non cominciano più con “C'era una volta”. Già le fiabe di Andersen, nell'Ottocento, non cominciavano più in questo modo. Prendiamo, ad esempio, La piccola fiammiferaia:

“Faceva un freddo terribile, nevicava e calava la sera – l'ultima sera dell'anno, per l'appunto, la Sera di San Silvestro. In quel freddo, in quel buio, una povera bambinetta girava per le vie, a capo scoperto, a piedi nudi.”

- Hans Christian Andersen, La piccola fiammiferaia da Tutte le fiabe (ed. Newton I Mammut)

Cambia la maniera di scrivere l'incipit ma la maniera di scrivere storie (e di raccontarle) soggiace pur sempre alla medesima struttura, che rimane sostanzialmente la stessa nel corso del tempo. A dare una forma, sistematizzare questa struttura è l'antropologo russo Vladimir Propp, nel suo Morfologia della fiaba.

Lo schema generale di una fiaba, secondo Propp, è il seguente:
  • Equilibrio iniziale (esordio);
  • Rottura dell'equilibrio iniziale (movente o complicazione);
  • Peripezie dell'eroe;
  • Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione).
Non solo. Propp propone anche tutta una serie di funzioni, ben 31. 
Di seguito invece, quelle che io e una mia collega abbiamo scelto i occasione di una lezione di scrittura creativa la primavera scorsa in una scuola media locale; potete trovarne altre su questa pagina.
  • Allontanamento = l'eroe si allontana.
  • Divieto = un taboo che l'eroe non deve infrangere.
  • Infrazione del divieto = l'eroe infrange il taboo.
  • Investigazione = l'eroe cerca una soluzione.
  • Tranello = l'eroe finisce in una trappola.
  • All'eroe è imposto un compito difficile.
  • Lotta tra eroe e antagonista.
  • L'eroe si salva. 
  • Punizione dell'antagonista.Lieto fine.
Identificare e isolare le funzioni di Propp in un moderno romanzo di narrativa è probabilmente un esercizio complicato e difficile, perché noi rimescoliamo le carte, pieghiamo le regole secondo le nostre esigenze, giochiamo con parole, sperimentiamo, innoviamo; ma proviamo a soffermarci per un momento sulle storie che amiamo, non è forse perché seguono questo schema fondamentale che ci piacciono e che sono riconoscibili come storie?



martedì 12 novembre 2013

Guest Post: Il racconto orale

“Io credo questo: le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi: sono il catalogo dei destini che possono darsi ad un uomo e a una donna”
Italo Calvino

@pinterest
Partendo dalle parole di Italo Calvino, ho pensato al racconto (la più antica forma di narrazione orale) e in particolar modo alla favola che nasce e si sviluppa in una dimensione digiuna dalle parole scritte. E' proprio l'oralità il mezzo sul quale, in tempi remoti (come disse appunto Calvino), il racconto ha viaggiato entrando nell'immaginario di grandi e piccini. 

Oggi grazie a piattaforme come SoundCloud è possibile trovare piccoli racconti scritti e narrati per il web. Il racconto che vi presenterò oggi, dal titolo Il mondo sottosopra, è un ottimo esempio di favola orale, recitata per la scuola materna da Bruno Munari (Reggio Emilia, Giugno 2013).

Buon ascolto!


E voi cosa ne pensate delle favole orale? Le raccontate ai vostri figli?


Valentina Bertani
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lunedì 11 novembre 2013

Guest Post: L'arte della narrazione

Ci sono delle regole per narrare una storia? Come costruire una trama, come svilupparla, come condividerla? Vediamo insieme di cosa parleremo questa settimana.



L'arte della narrazione
Ci sono molti modi di narrare. Una storia la si può raccontare in forma orale oppure scritta. Il racconto orale può essere accompagnato dalla musica, così come un racconto scritto può essere arricchito dalle immagini. Ma si può raccontare una storia anche solo ricorrendo alle immagini: le pitture rupestri delle civiltà preistoriche, i mosaici d’epoca romana e bizantina, gli affreschi nelle Chiese ne sono un esempio.

Il moderno fumetto combina immagini e testi, con l’avvento del cinema sono nate nuove forme di narrazione che combinano parole, immagini e musica. La multimedialità ha portato forme ancora più complesse, come i videogiochi, dove viene aggiunta anche la dimensione dell’interazione del giocatore. Ecco, questo sarà il filo d'Arianna della settimana: le forme della narrazione con e senza parole.

Ho stuzzicato la vostra curiosità? Spero che passeremo una settimana piacevole insieme e che troverete tanti spunti per riflettere.



Valentina Bertani
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giovedì 7 novembre 2013

Lo stato di salute della cultura italiana


Questo articolo è uscito su CaffèNews Magazine.

Una nazione più colta potrà diventare anche più ricca. E’ l’affermazione del professor Tomaso Montanari che nel suo blog su Il Fatto Quotidiano afferma l’urgenza di creare nuovi posti di lavoro e una nuova visione della cultura che, aggiungo, porterebbe alla conversione di un Paese senza speranze in un Paese dove anche le giovani generazioni possono vivere realizzando i loro sogni. Lo stesso concetto viene ribadito a Pane Quotidiano, durante la puntata del 10 ottobre.

Continua la lettura, leggi qui

Guest Blogger: Storytelling anglosassone e senso della Narrazione

@pinterest


Valentina Bertani sarà la prima guest blogger ospitata su questo blog. Valentina, già molto conosciuta sul web attraverso gli svariati progetti di scrittura che porta avanti da tempo con costanza e dedizione, studia lettere all'università di Parma dopo aver frequentato lingue straniere. La passione per la letteratura e la scrittura, in tutte le sue forme e dimensioni, è forte al punto che, durante il passaggio da lingue straniere a lettere, riorganizza il suo blog, My web diary, dandogli un'impronta differente rispetto al progetto iniziale e pensandolo come "un luogo in cui intrattenere altri appassionati di scrittura, libri, videogiochi e fumetti".

Tra i suoi progetti c'è "la pubblicazione di un racconto a puntate scritto tra THe iNCIPIT e il blog, che uscirà come opera self. Ancora non c'è una data d'uscita precisa in quanto" racconta Valentina "sono alla fase della revisione. I miei riferimenti letterari sono Isaac Asimov, Terry Brooks, William Gibson, Francis Hodgson Burnett, Louisa May Alcott, Bianca Pitzorno, Elisabetta Gnone, Banana Yoshimoto. Inoltre da adolescente sono stat una grande divoratrice di anime e manga, passione che coltivo tuttora".

E poi, parlando, quasi raccontandoci le nostre esperienze nel settore editoriale mi svela che si sente "più una narratrice, nel senso anglosassone di storyteller, che una scrittrice. Perché, a me, piace raccontare storie e le storie sono un modo per trasmettere memorie. Perciò questo mi basterebbe. Divertire con le mie storie e al tempo stesso trasmettere memorie, se sarò abbastanza brava per farlo".

Su questo blog, Valentina Bertani parlerà, a partire da lunedì 11 novembre per una settimana, della narrazione con e senza parole, usando solo immagini o solo musica sulla base di alcuni corti animati che hanno recentemente catturato la sua attenzione.



Dove potete trovare Valentina Bertani:

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/mywebdiary


Se anche tu vuoi sapere come diventare Guest Blogger leggi Guest Post su Corsi e Rincorsi

martedì 5 novembre 2013

Corsie e Rincorsi su #Pinterest

Corsi e Rincorsi da oggi è anche su Pinterest. Venire a trovarmi, si parla di #libri e #librerie, #streetart, #graffiti e citazioni dai libri. Ma poi ci saranno anche altre bacheche tipo viaggi, fotografia e tanto ancora. 

Cosa stai aspettando?






lunedì 4 novembre 2013

Urbino, Nebraska. Alessio Torino


Questa recensione è uscita sul blog Temperamente.

Urbino, Nebraska. Già dal titolo si sente la pienezza dei contenuti e una certa rotondità sintattica che volge il suo sguardo a una prosa definita e limpida. Il terzo romanzo di Alessio Torino, edito dalla casa editrice Minimum Fax, riconferma l’autore urbinate come uno degli scrittori più interessanti del panorama editoriale italiano.

Ti consiglio, mentre continui la lettura, di ascoltare #Nebraska di Bruce Springsteen



martedì 29 ottobre 2013

La solitudine dell'autoscatto in mostra a Perugia

Rifacendosi al libro di Giorgio Bonomi, “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea” (Editore Rubbettino, 2011), la mostra è la sintesi di un lavoro che vede nell'autoscatto la ricerca postmoderna del sé. Aperta al pubblico fino al 27 ottobre a Palazzo della Penna a Perugia.  


"Il mio corpo è più del mio corpo. Io non ho un corpo, io sono un corpo". Con l'autoscatto l'artista non rappresenta qualcosa ma è qualcosa. Le mani affondano nella contingenza assoluta per estrarre quel processo metafisico attraverso il quale si potrebbe approdare a una comprensione più estesa dell'io. E qui le parole di Emmanuel Mounier sembrano sposare l'idea che sta alla base della mostra.
Curata da Giorgio Bonomi e Alessandra Migliorati, inaugurata il 6 settembre a Palazzo della Penna a Perugia, l'esposizione ospita le opere di artisti internazionali che, attraverso l'autoscatto, annusano quella solitudine insita nell'atto creativo stesso.

Brigitte Tast, Karel, Schellerten 16.11.1999

Percorrendo le sei stanze in cui la mostra è suddivisa, si ha l'impressione di compiere un viaggio conoscitivo che parte dall'indagine attorno al significato ontologico del corpo, dell'identità e dell'io (come propone Brigitte Tast seguendo quella tensione narrativa cara a Jan Saudek), per passare alla precarietà del corpo stesso che gioca sull'alternanza di assenza e presenza sconvolgendo e meravigliando nel contempo (Isabella Bona, 10. 10. 1963 Vajont). Ma quel che più impressiona è il tratto evanescente e fortemente contemplativo di Giada Rochira che attraverso le opere Pensando 2010 e Azzurro 2013 offre il proprio corpo nudo nobilitandolo come necessità ai fini di una riflessione matura. 

Isabella Bona, 10.10.1963 Vajont 2013
Giada Rochira, Pensando 2010

Poetica e a tratti melanconica è la stanza relativa alle narrazioni del corpo. Artisti come Diambra Mariani e Valentina Merzi hanno scelto di accompagnare la loro ricerca ad un racconto. Le parole, oltre alle immagini, possono dire molto di sé, possono creare infinite possibilità sulle quali modulare il proprio io, costruire personaggi alternativi, frantumare la propria esistenza per assistere ad una rinnovata ed estesa percezione di sé.

Diambra Mariani e Valentina Merzi, 
Studio su Maria Maddalena 2010

Estatica scomposizione del corpo come sperimentazione accompagna le opere di Alessio Larocchi, Il corpo solitario 1980, quasi a voler racchiudere in toto l'atmosfera della mostra.
Disturbante ma compiaciuta per la sua impudenza è l'ultima stanza: Il corpo come denuncia. Oltre allo scandalo, che in questo caso viene estrapolato da ogni contesto e proposto secondo il significato etimologico (mettere in movimento, quindi animare le coscienze e distruggere le certezze), la denuncia che meglio ha saputo esprimersi s'insinua nelle opere di Stella Pellegrino. Graffianti, ruvide, pungenti, Fuori l'anima 2010, La mia depressione 2013 e Come tu mi vuoi 2010 ragionano su toni dissacranti: una materia che l'uomo postmoderno conosce ma difficilmente riesce ad ammettere.

Alessio Larocchi, Il corpo solitario 1980


Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea è un viaggio nella storia personale e nel racconto collettivo di artisti che hanno voluto riscrivere la ricerca sul corpo rispondendo a questioni filosofiche che solo a una coscienza poco sensibile potrebbero apparire retoriche, ma che in fondo coinvolgono tutti. E in questo sta l'umanità di una mostra che cerca di riappropriarsi, con ogni mezzo, della memoria storica di un'intera generazione. 

Perugia // fino al 27 ottobre 2013
Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea
a cura di Giorgio Bonomi e Alessandra Migliorati
Palazzo della Penna – Centro di Cultura Contemporanea
Via Podiani 11  
tel.199.151.123
http://www.perugiacittamuseo.it 




  • Per Problemi di carattere puramente tecnico questa recensione, che sarebbe dovuta uscire verso la fine di settembre, arriva con un mese di ritardo. Nonostante la mostra sia conclusa da qualche giorno ho voluto comunque proporla vista l'importanza artistica e la continuità con il saggio di Bonomi edito nel 2011. 


lunedì 28 ottobre 2013

Guest Post su Corsi e Rincorsi

Corsi e Rincorsi ha aperto le porte a guest blogger che vogliono pubblicare articoli relativi al mondo dell'editoria, dell'arte, della scrittura, della lettura, del giornalismo.  

yesmonawrite

Il guest blogger verrà presentato una settimana prima del suo "debutto" su Corsi e Rincorsi attraverso un articolo/intervista in calce al quale potrete trovare i suoi riferimenti.

Guest Blogger per una settimana

Avete capito bene. Il Guest Blogger avrà la possibilità di scrivere su Corsi e Rincorsi per una settimana. Si parte da un minimo di due a massimo di sette articoli. In un lasso di tempo così "ampio" il guest blogger è invitato a delineare una tematica attorno alla quale sviluppare i suoi articoli. Deve esserci un fil rouge che li tiene uniti e attorno al quale il guest blogger è invitati ad argomentare la sua tesi.

Linee Guida per un Guest Post

  • Correttezza grammaticale e buon uso della lingua italiana. Chiarezza del contenuto, coerenza e uso delle fonti (inserite i link, dimostrate ciò che state dicendo, non lasciate nulla al caso).
  • Gli articoli devono essere suddivisi in paragrafi (eccezion fatta per chi scrive racconti e/o poesie) e correlati da neretti e corsivi.
  • Nell'articolo deve essere presente almeno un'immagine (ma su questo, se preferite potete delegare me)
  • L'articolo recherà la firma di chi lo ha scritto e i suoi riferimenti.
Condivisione e Promozione 

Ogni post che il guest blogger scriverà verrà rilanciato sui seguenti canali:


Che aspetti?

Scrivimi e insieme discuteremo di come potrebbe essere la tua settimana da guest blogger!

durantini.sara@virgilio.it

domenica 27 ottobre 2013

L'Africa di Maurizio Sabatini



Maurizio Sabatini, Karungu, Lago Vittoria (Kenya)

sabato 26 ottobre 2013

La cultura dei graffiti

Quest'articolo di approfondimento è uscito sul Wall Street International.



La Tour Paris 13 chiuderà le porte ai visitatori il 28 ottobre. E il pubblico si sta già organizzando per salutare uno dei progetti di street art più ambiziosi degli ultimi tempi.

Ginette, 77 anni, è una delle ultime inquiline de La Tour Paris 13, il palazzo più artistico del momento. Canoe.ca l'ha incontrata rendendo nota non solo la sua storia (la storia di una persona che ha realmente vissuto tra quelle mura) ma soprattutto le sensazioni che ha provato vedendo gli artisti al lavoro per recuperare e rivalorizzare uno degli edifici del centro storico di Parigi. Ginette ha raccontato di quando i primi artisti, a primavera inoltrata hanno iniziato a occupare il palazzo per dipingere le pareti. Hanno ridato la vita a queste mura, è quello che emerge dalle parole di Ginette. E nonostante le difficoltà dovute alla comprensione di lingue differenti (ricordiamo che gli artisti provengono da tutto il mondo), il palazzo, racconta Ginette, ha ricominciato a respirare un'aria nuova, c'era bellezza ovunque. Alcune creazioni sono piaciute tanto a Ginette quanto agli altri inquilini che hanno potuto vedere la mostra in anteprima (gli inquilini, è bene ricordare anche questo, hanno dovuto cercarsi nel frattempo una sistemazione alternativa).

Continua la lettura qui.

giovedì 24 ottobre 2013

Nebraska, Bruce Springsteen

Sto leggendo Urbino Nebraska di Alessio Torino (Minimum Fax). C'è questa canzone, a un certo punto del libro. E sembra la colonna sonora del romanzo. 





I can’t say that I’m sorry
for the things that we done

at least for a little while sir
me and her we had us some fun

Nebraska, Bruce Springsteen

mercoledì 23 ottobre 2013

Marjolein Caljouw

Marjolein Caljouw, Bird Braid, 2013 Acrylics, Ink, Graphite on Daler Rowney Heavy Paper

Marjolein Caljouw,  Untitled, 2012  Oil, Acrylics, Ink on Wood

Marjolein Caljouw, Free Fall, 2013  Acrylics, Colored Pencils on Arches Hotpress Watercolor Paper


martedì 22 ottobre 2013

Surrealismo e arte concettuale nelle fotografie di Kylli Sparre



Questo articolo è uscito sul Wall Street International. 

Kylli Sparre nasce come ballerina ma ultimati gli studi la sua passione la spinge a spostare l'attenzione su altri canali creativi. E' in questo modo che inizia a concentrarsi sulla fotografia con particolare attenzione a quella concettuale. Per capire l'arte fotografica di Kylli Sparre dobbiamo andare indietro nel tempo e risalire a Marcel Duchamp.
Attraverso il ready-made, ovvero la scelta di oggetti comuni che vengono traslati in opere d'arte, Duchamp dimostra che l'opera d'arte diventa tale se riesce a toccare determinate corde mentali. Si parla, appunto, di processo mentale: difatti davanti alle sue opere l'osservatore viene proiettato nell'immaginario dell'artista il quale ha attribuito un titolo e ha creato un'atmosfera ben precisa attorno all'oggetto in questione che viene, quindi, riconosciuto collettivamente come opera d'arte. Continua la lettura La fotografia concettuale di Kylli Sparre.

venerdì 18 ottobre 2013

#Ijf14: Stop al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia



Il Festival Internazionale del Giornalismo chiude. L'edizione prevista per la primavera del 2014 non si farà per mancanza di fondi. Arianna Ciccone e Christopher Potter hanno dato la notizia attraverso un comunicato stampa.  Leggi tu stesso il comunicato per farti un'idea della situazione Festival Internazionale del Giornalismo: stop at the top.

Da sette anni il Festival di Perugia ospita giornalisti, blogger, personalità di spicco nel mondo della comunicazione e dei nuovi media non solo del panorama italiano ma anche a livello internazionale. Un momento di grande confronto e dialogo, un momento che fa crescere chi deve imparare ancora tanto e fa riflettere coloro che hanno delle idee. Seguito a distanza per sette lunghissimi anni (mi trovavo ancora a Parma e frequentavo l'università, il mondo del giornalismo era già in fermento ma nella piccola provincia lo scossone arriva dopo e sempre più affievolito) ho sempre guardato al Festival come qualcosa che mi avrebbe dato tanto, delle giornate in cui non solo avrei avuto la possibilità di ascoltare (e quindi non solo più leggere) i giornalisti seguiti online ma anche di porre domande, di entrare in relazione, di capire che cosa significa fare giornalismo.

Dopo la laurea specialistica mi sono trasferita a Roma. Volevo lavorare nel mondo dell'editoria e del giornalismo e Perugia era sempre più vicina. Il prossimo anno ci sarei andata, già lo dicevo i mesi scorsi, rompendo le scatole a chi mi sta vicino ogni giorno e che ormai del mio lavoro o di quello che sto provando a fare non ne può quasi più. Già a Firenze, al Dig.it mi sono emozionata molto e ho avuto modo di imparare tantissimo anche attraverso le testimonianze di ragazzi  giovani che stanno seguendo i loro progetti in collaborazione con testate giornalistiche. Ebbene tutto questo è sfumato ieri, con la lettura del comunicato stampa. Ora qualcuno sta analizzando il problema.  Ma il fatto sconcertante è che la politica ragiona in altri termini ovvero meglio dare supporto (economico, intendo) alle sagre e agli eventi sportivi (soprattutto se si tratta di calcio) la cultura viene dopo, quella può aspettare.

Dal mondo del giornalismo, in qualsiasi forma e dimensione lo vogliamo intendere, si sta levando un coro di protesta perché non deve chiudere il Festival. E io mi unisco a questo coro. E lo faccio perché Il Festival, anche se seguito a distanza, mi ha dato tanto e sono sicura che avrebbe tantissimo ancora da darmi. Ora il punto è che è troppo comodo scrivere un articolo su un giornale e dire quanto dispiaccia che il festival chiuda. Perché se chiude significa che c'è un problema di comunicazione e ascolto. Anche quei giornalisti che stanno gridando a gran voce "il festival deve restare aperto" che cosa fanno in termini di ascolto? Si limitano ad ascoltare la loro voce dietro a un microfono?  (ovviamente poi ci sono sempre le eccezioni ma sono poche).

Pensiamoci, perché il problema del nostro Paese è proprio questo. E Il Festival del Giornalismo di Perugia ne è un triste esempio.

Se invece vuoi leggere cosa ho scritto sull'argomento per il magazine CaffeNews clicca qui

Tadashi Kawamata: Garden Tower in Toronto

Torniamo a Toronto, non per parlare di Alice Munro ma per ammirare l'imponente scultura realizzata dall'artista giapponese Tadashi Kawamata (Hokkaido, 1953) in occasione della manifestazione d'arte contemporanea, Scotiabank Nuit Blanche. Chiamata Garden Tower, la scultura di Tadashi Kawamata è composta da sedie, mobili da giardino e banchi posti uno sopra l'altro formando delle "capanne" allungate che ricordano alti alberi o abitazioni la cui cima è piuttosto pronunciata. In queste capanne ci si può entrare, ci si può sedere in cerchio e persino, seguendo l'immaginario dell'artista, anche intavolare discussioni. Le stesse sculture sono formate da oggetti che hanno fatto parte della vita di determinate persone e i loro ricordi riposano nelle sculture. L'illuminazione crea un'atmosfera suggestiva. E l'aria sa di buono.





Fonte: My Modern Met