venerdì 30 agosto 2013

Follow me: il progetto fotografico di Murad Osmann

senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
C.P. Kavafis

Viaggia attorno al mondo trascinato dalla sua fidanzata. Follow me è il progetto del fotografo Murad Osmann, interessante, creativo, commercialmente competitivo, singolare nel suo genere, affascinante, giocato sulla figura seducente della fidanzata e sulla suggestione di meravigliosi sfondi.










mercoledì 28 agosto 2013

Terzo appuntamento con Vittorio Sereni



Ricostruendo la poetica di Vittorio Sereni mi accorgo che sto procedendo a ritroso. Sono partita con Strumenti Umani, lacerante umanità di versi sospesi tra dolore personale e tragicità collettiva per passare poi a Diario d'Algeria in cui la sofferenza si fa ancora più dura e la parola viene scarnificata da un dolore che non conosce eguali. Nel corso del terzo appuntamento dedicato a Sereni voglio invece guardare a Frontiera, la prima raccolta poetica che raccoglie, in germe, gli incontri illustri, la formazione e le esperienza culturali che hanno contribuito a plasmare l'anima di un giovane uomo. 

Frontiera risente degli strascichi ermetici anche se non abbraccia del tutto tale poetica al contrario sembra, per certi aspetti, prenderne le distanze lasciando spazio a un realismo acerbo ma comunque inserito nel quotidiano e affidandosi alla poetica degli oggetti montaliana. Concentrata attorno al paesaggio della sua infanzia, Frontiera presenta un'eleganza formale tendente al frammentismo che ne fa un unicum nella produzione del poeta e scrittore luinese.
Il titolo allude alla linea che separa l’Italia fascista dall’Europa democratica. Il paesaggio è continuamente minacciato e messo in contrapposizione con il resto dell'Europa vista come terra neutra.   

Il bisogno di aderire alla realtà sarà nodo cruciale in Diario d'Algeria e diverrà simbolicamente e allegoricamente essenziale in Strumenti Umani. 

Le mani

Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell'arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.

lunedì 26 agosto 2013

Lungo ritorno a casa


Tornare e avere ancora in bocca la luce del mare e tra i capelli i riflessi del sole. Eppure mi sembra di non essere mai partita. Non so se posso definirle vacanze, quelle trascorse. Forse la vera partenza è proprio quella che vivrò da oggi in poi. Settembre è il mese in cui tutto ricomincia, le cose nuove si disvelano, profumo di quaderni e matite colorate, di vino buono e legna da bruciare per l'inverno. E ricominciare il nuovo anno ha per me un valore speciale. 

Eppure queste vacanze, pur nella follia dei singoli momenti, mi hanno nutrito di parole nuove. L'iniziativa, alla quale ho partecipato, della Società Dante Alighieri, #adottaunaparola prevede l'adozione di un vocabolo italiano per un anno al fine di "sensibilizzare il pubblico  ad un uso corretto e consapevole delle parole, favorire una conoscenza più ampia del lessico, monitorare l'uso di alcuni termini, e più in generale promuovere la varietà dell'espressione nel mondo della comunicazione globale". Ho scelto ruralità, termine intriso di ricordi, passioni, nostalgie, termine legato alla mia infanzia. Sono stata circondata dalla ruralità fin da quando sono nata, per una serie di motivi sono poi fuggita da quel mondo fatto di proverbi, diceria, fieno e campi, ma nell'intimo la traccia del passato è rimasta. 

Ho scoperto #scritturebrevi, una fucina di sperimentazioni interessanti che sto praticando su twitter (poi magari mi direte cosa ne pensate). L'hashtag è affascinante richiama un modo di vivere la scrittura che forse si è perso oppure si sta rafforzando, dipende dalle sfumature e dai punti di vista. Se ne volete saperne di più vi invito a sbirciare il sito di Francesca Chiusaroli, l'ideatrice di scritture brevi.

Ho letto l'articolo riportato su Nazione Indiana tratto da Il Reportage n.15 (luglio-settembre 2013) relativamente gli scioperi francesi all'interno di Citroën. E' uno sguardo agghiacciante quello che viene mostrato dalla giornalista Jamila Mascat, una finestra alla quale non vorremmo affacciarci, di cui abbiamo sentito parlare ma, forse per la prima volta, in modo approfondito e svelando delle verità sociali e politiche sulle quali, spesso, i media tacciono.  

E poi le letture che sto affrontando in questi giorni. Ne parlerò a breve sulle riviste per le quali scrivo riportando l'incipit sul blog. Stay Tuned!

domenica 25 agosto 2013

Henri Cartier Bresson in mostra a Lucca



Questo articolo è uscito sulla testata Wall Street International.

Lucca ospita la mostra antologica dedicata al maestro della fotografia moderna.
"La macchina fotografica è per me un blocco di schizzi, lo strumento dell'intuito e della spontaneità, il detentore dell'attimo che in termini visivi, interroga e decide nello stesso tempo". Una frase che potrebbe sintetizzare l'arte di Henri Cartier Bresson: l'amore per la pittura che lo ha portato ad accantonare la fotografia negli anni Settanta per dedicarsi ai ritratti silenziosi con “fervore religioso” (T.Capote) grazie al quale è riuscito a cogliere una luminosità del tutto inedita nel soggetto scelto.

giovedì 8 agosto 2013

20lines: Il romanzo 2.0



Nella casa di campagna dove sono cresciuta il mattino portava un profumo di fieno e stalla e latte appena munto. Soprattutto latte appena munto. Mio padre ne beveva bicchieri colmi fino al bordo. A me il solo odore faceva venire la nausea. Non che non l'abbia assaggiato, giusto per dire almeno c'ho provato. Ma niente. Non mi piaceva. Nonostante il mio disgusto quell'odore arrivava fin sotto le coperte. E mi svegliava. 

Quello che ho appena scritto non aggiunge nulla a quello che sto per dire. O forse sì, ne senso che quello che ho scritto potrebbe essere l'attacco per una storia su 20lines. Ho scoperto 20lines e mi piace pensare che scriverò l'inizio di una storia che verrà valutata e forse continuata da altri utenti di cui non conosco nulla o quasi. 

Il romanzo 2.0. 2.0lines ha il merito di unire "la passione delle lettura a quella del digitale" come ha dichiarato  il fondatore Alessandro Biggi. "L'obiettivo era trovare nuovi modelli di business in un momento in cui l'editoria è in difficoltà mentre in rete cresce la quantità di contenuti prodotti dagli utenti. Per ora l'obiettivo è allargare la base di utenti, poi puntiamo sugli accordi con editori e autori per promuovere gli eBook, compreso il self publishing. Ma quella sarà una seconda fase, ora siamo concentrati sulla community".

NiniBilù. Le meravigliose illustrazioni di Cinzia Bolognesi

 

Sono entrata in punta di piedi, ho fatto piano per non svegliare Nini. Il suo sonno è soffice, conserva quel profumo antico e buono dei bambini alla nascita. E quando apre gli occhi dipinge un cerchio con l'indice e si mette seduta dentro. Gambe incrociate e nasino all'insù. Le piace stare in questa posizione, come in una bolla di sapone mentre con la mano, piccola molto piccola, gioca con una ciocca di capelli. Sospinta dal vento, Nini guarda l'alba, "figlia di albe scure, ne arriverà una blu. E lì il cuore si riposerà".




Ninibilù è un soggetto creato e disegnato da Cinzia Bolognesi: Ninibilù.

mercoledì 7 agosto 2013

Secondo appuntamento con Vittorio Sereni



Continua l'omaggio alla poetica di Vittorio Sereni. Se vi siete persi la prima parte potete leggerla qui.

Se la lezione di Banfi ha avuto il merito di inaugurare un periodo di conoscenze e frequentazioni proficue per il giovane Sereni, conoscenze che avrebbe poi coltivato nel corso della sua vita (ne è testimonianza il carteggio tra Sereni e Parronchi), non ci si può esimere dal ricordare quanto le sue parole risuonarono nell'animo solitario del poeta e scrittore di Luino avvicinandolo, sempre più, alla riflessione sul ruolo e sul valore dell'intellettuale nel secondo dopoguerra. Banfi avvertiva una certa reticenza verso l'arte, un modo sterile di sentirla e produrla, quell'aridità di cui non si ha coscienza ma che viene percepita, che scalpita tra le mani, che esce sottecchi e improvvisa una lirismo che non le appartiene. Questo sembrava essere il volto dell'arte e il valore dell'intellettuale nel secondo dopoguerra secondo Banfi.

E Sereni accoglie il suo pensiero facendolo proprio, modellando quella voce profonda sulla base delle sue perplessità, dei dubbi che la lontananza dall'Italia acuirono in uno spirito già segnato dalla vita. 
Uomo controverso, Sereni torna in Italia dopo un periodo di prigionia in Nord Africa durante il secondo conflitto. Le pagine che compongono la seconda raccolta poetica, Diario d'Algeria, rientrano appieno in quello che potremo definire diario personale, racconti in versi, documentario poetico di una tragicità collettiva e personale. La sua poesia risente del dramma vissuto e coglie il vuoto storico, di un periodo contraddittorio, privo di qualsiasi speranza per il futuro. Ma non è scetticismo quello che contraddistingue Sereni, si potrebbe invece dire che si tratta di un pessimismo animato da un certo mistero, affascinante se vogliano, ma difficilmente comprensibile. E su questa difficoltà si annidano le riflessioni.

Non sa più nulla, è alto sulle ali

Non sa più nulla, è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l'Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alle coste di Francia.

Ho risposto nel sonno: - E' il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d'angeli, è la mia
sola musica e mi basta.

martedì 6 agosto 2013

Shirin Neshat torna in scena e riscrive Il libro dei re



Questo articolo è uscito sul blog Sul Romanzo.

Fin dalla prima infanzia, Shirin Neshat ha conosciuto l’Occidente attraverso la visione fiabesca rielaborata del padre. Adora lo Shah, ne fa il suo stile di vita, ma l’idea dell’Occidente tramandatole dal padre non l’abbandona, al contrario si concretizza sempre più quando- nel 1974 da Qazvin a pochi chilometri da Teheran, viene mandata dalla famiglia negli Stati Uniti dove completerà gli studi all’Università di Berkeley. Cinque anni dopo, il fermento culturale californiano cederà il posto a una scelta necessaria, una forma di esilio forzato, per poter sfuggire alla rivoluzione del ’79. E così che la sua vita all’estero assume sfumature differenti da come se l’era immagina e quel mito favolistico dell’Occidente si trasforma in una deludente gabbia dorata. 

Il bisogno di raccontare è un richiamo atavico, che sembra attaccato alla pelle e alle ossa di Shirin Neshat. Il racconto è insito nella mente, si esprime attraverso il suo corpo prima ancora che attraverso la sua produzione artistica. Da sempre Shirin Neshat è impegnata nella rappresentazione cinematografica e letteraria del suo Paese: raccontare la storia del mondo islamico, con un linguaggio intimo e profondo, scavando nei silenzi delle donne, nei loro sguardi velati, nel corpo bistrattato che solo di recente sta conoscendo la resurrezione dalle macerie della rivoluzione islamica.


lunedì 5 agosto 2013

Pulp Libri chiude.

Questo articolo è uscito sulla rivista Caffè News.

Ho appreso la notizia tramite twitter. In un momento in cui non avevo da fare (ed è raro) ho appreso la notizia da un follower, la triste notizia, l'ennesima constatazione che qualcosa sta cambiando nel mondo editoriale: Pulp Libri chiude. Il direttore, Fabio Zucchella, svela quello che molti di noi stanno percependo, la strana e fastidiosa sensazione che il mondo culturale sta perdendo importanza nel nostro Paese, condannato all’incuria di molti. La sua voce squarcia il silenzio: "con il passare degli anni (Pulp Libri) è diventata in Italia un punto di riferimento per molti lettori - e che mai come adesso dovrebbe proseguire, ma purtroppo le condizioni del "mercato" non lo consentono più".
Ho iniziato a sfogliare Pulp Libri quando bazzicavo alla Fernandel, quindi intorno al 2007. Ne parlo come fossero passati chissà quanti anni e invece è tutto lì, chiuso nella memoria, accatastato tra i ricordi di quella che era una vita fa. Terzo anno di università, frequentavo lettere a Parma. Scrivevo, leggevo e studiavo senza interruzione. 

La nostalgia per il mare vasto e infinito

Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto ed infinito.

Antoine de Saint-Exupéry

Fabio Sommella



domenica 4 agosto 2013

Copertina d'autore. Yannick Dixon


"There is something innately beautiful in the way starlings fly together, forming hypnotic shapes and patterns as they cross the horizon above Blackpool’s North Shore beach"

sabato 3 agosto 2013

Lettura e condivisione. L'iniziativa per ebook di Quintadicopertina



C'è tempo fino a domani, 4 agosto, per aderire all'iniziativa di Quintadicopertina. Si tratta di quelle cose che, lette per caso su twitter (come è successo a me) riempiono la giornata e ne danno una sfumatura differente. L'editore genovese parte da alcuni presupposti: "Gli ebook costano troppo, volete assaggiare più testi senza spendere un patrimonio, vi piace condividere letture ma i vostri amici non usano ereader? Siete convinti che gli ebook non si possano scambiare con la stessa facilità dei libri?"

Se la risposta è affermativa almeno a due di queste domande direi che siete pronti per entrare a far parte dei Gas ovvero Gruppi di acquisto solidali. Le indicazioni le trovate sul sito di Quintadicopertina oppure sulla pagina facebook.


venerdì 2 agosto 2013

La questione suprema di un’opera d’arte




Forgiare l'arte a partire dalla propria esistenza. Sembra essere questo ciò che sta facendo l'artista giapponese Ikeda Manabu che attraverso i suoi dipinti fantasmagorici ricrea un mondo surreale che attinge a una realtà immaginata, allegoricamente interpretata e sensibilmente vissuta in ogni sfumatura. 

E osservando i suoi dipinti, realizzati con inchiostro e pennello attraverso cura e pazienza certosina (si tratta di un dispiego di tempo ed energia non indifferente se si pensa che per realizzare un'opera Ikeda Manabu impiega fino a otto ore al giorno per un paio di anni), la memoria ha rispolverato una frase di Ulisse: "la questione suprema di un’opera d’arte riguarda la profondità di vita da cui scaturisce". Una grande verità per l'arte di Manabu. 






giovedì 1 agosto 2013

Il destino delle librerie è a rischio?

Shakespeare and company, Paris


Oggi nell'editoriale di Caffè News parlo del caso della Feltrinelli di via del Babuino con un paio di link di approfondimento.

"La chiusura della Feltrinelli di via del Babuino, a Roma, ha avuto eco non solo nel settore dell'editoria. Libreria storica ha vissuto la frequentazione costante nel tempo di intellettuali, uomini di lettere nonché i pittori di via Margutta."