lunedì 3 settembre 2012

Il Pop Surrealism di Marion Peck tra mitologia e fantasia 2.0


Pop Surrealism



Trascendere la realtà, sognarla, reinterpretarla, ridisegnarla. Raccontare un'epoca differente, trasversale, multiforme. Guardare alla mitologia moderna, alla fantasia 2.0, alla profonda alchimia tra immaginazione e arte. Tutto ciò è solo un frammento della molteplicità artistica racchiusa nel Pop Surrealism di Marion Peck.

Artista di spicco del movimento Pop Surrealista americano, compagna di Mark Ryden, considerato uno dei padri del pop surrealism, Marion Peck ha una pittura simbolica e penetrante, una forza narrativa sarcastica e deviante, una capacità espressiva notevolmente onirica.



Trovo che la versatilità sia un'altra caratteristica che la contraddistingue. Nel 2010, infatti, produce un film (insieme al marito Mark Ryden) dal titolo Sweet Wishes e, contemporaneamente, un artbook dallo stesso titolo con illustrazioni interessanti circa la sua arte. Successivamente ha dato alle stampe la sua prima monografia, Animal Love Summer che raccoglie i lavori dell'artista dal 1993 ad oggi.



Marion Peck si conferma stimata e apprezzata artista anche in Italia rappresentata dalla Dorothy Circus Gallery attraverso svariate mostre personali e di gruppo, da ultime, cronologicamente parlando, Pop Surrealism - What a WonderFool World, group show che si è tenuto nel 2010 a Spoleto durante il Festival Dei Due Mondi, ed è stato richiesto quest'anno dal Museo Casa del Conte Verde di Rivoli e inaugurato il 6 luglio.


Surrealismo e simbolismo si fondono in un unico concetto nelle tele di Marion Peck, attraversando svariate epoche e arrivando sino a noi, attingendo al pop e alla lowbrow art e mettendo in scena sogni tormentati e fantasie intricate.



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