mercoledì 26 giugno 2019

La straniera di Claudia Durastanti edito da La Nave di Teseo nella cinquina del Premio Strega

La storia sorregge un linguaggio pacato ed equilibrato, un linguaggio lontano dal sofismo stilistico e dalla ricerca, forsennata, di sentimenti contrastanti, talvolta scagliati con violenza e gettati tra le mani di personaggi inconsapevoli. La straniera di Claudia Durastanti (La Nave di Teseo), tra i cinque finalisti del Premio Strega, si allontana dalla veemenza dei romanzi precedenti e abbraccia una storia modulata da avventure intimistiche in cui la componente autobiografica si fonda con il racconto puro, la realtà viene distorta a favore della narrazione letteraria.


Si tratta del racconto di una famiglia, dai nonni ai genitori fino ad arrivare alla protagonista: ogni ricordo è una diapositiva che si sofferma nei luoghi rappresentativi della vita stessa dei suoi avi. Da Brooklyn alla Basilicata per poi lasciare nuovamente l'Italia: flussi migratori che portano la protagonista a individuare nei luoghi le caratteristiche che hanno identificato, nel tempo, la sua famiglia. Ad emergere, come personaggi, saranno i genitori entrambi sordi i quali, attraverso la loro disabilità, si muovono in terre talvolta sconosciute cercando nella geografia dei luoghi una cartina emotiva che possa riconciliarli non tanto con la terra quanto con loro stessi.

Ecco che si sovrappone la mappa emotiva e la cartina geografica che corrisponde agli spostamenti di questa famiglia. In questo gioco di sovrapposizioni, ci si domanda se i personaggi siano in cerca di un adattamento in base al quotidiano circostante. Ma quanto cambiamo realmente in relazione al cambiare dell'ambiente esterno? Durante la lettura del romanzo della Durastanti, tra indagini famigliari e discesa agli "inferi" (con piglio disilluso ma non distante) ci si chiede, quindi, se le proprie origini, le proprie radici, siano insite in ognuno di noi oppure sottoposte (e condizionate) al possesso di un luogo e all'inserimento (forzato o meno) nello stesso.

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martedì 11 giugno 2019

Aspettando lo Strega... due romanzi storici: Il rumore del mondo di Benedetta Cibrario e M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati

Volutamente inseriti in uno stesso articolo, non per ridimensionare gli autori e la forza delle loro opere ma, al contrario, per dare maggior rilievo e accostare due voci del panorama narrativo italiano che rappresentano una porzione letteraria del nostro tempo dal momento che, entrambi, si sono misurati (e coraggiosamente cimentati) con un romanzo che affonda le radici nella storia d'Italia.
Ascoltati entrambi alla Casa delle Letterature, inseriti nel ciclo di incontri del Festival delle Letterature di Roma ed.2019, Benedetta Cibrario presentata da Alberto Rollo e Antonio Scurati presentato da Francesco Piccolo, hanno regalato ai presenti due momenti emotivamente immensi sospinti dall'esperienza, dall'entusiasmo e dalla sapienza che accompagnano, con grande naturalezza, coloro che da sempre sono di casa alla letteratura.

Rollo ha presentato con grande maestria Il rumore del mondo di Benedetta Cibrario (Mondadori). C'era amicizia nelle sue parole, stima e comprensione di un libro che è molto più di un romanzo storico, è la voce di una giovanissima londinese trapiantata nell'Italia pre-unificata che rinasce e si riscopre "impiegando mezzi e ricchezza per postare il mondo un po' più in là" . Anne Bacon figlia di un ricco mercante di seta sposa l’ufficiale piemontese Prospero Carlo Carando di Vignon. Tornati a Torino, Anne dovrà fare i conti con un'Italia in procinto dell'unificazione, con tutte le problematiche sociali ed economiche che ne derivano. Il nuovo che avanza mette in difficoltà anche gli animi più conservatori (come il suocero) ma le resistenze non fermano le nuove generazioni, i fautori della tanto ambita unificazione.
Durante la presentazione alla Casa delle Letterature si è dato molto spazio sia alla forza di Anne, simbolo di un femminismo pulito, animato da sani principi, alcuni dei quali trovano l'appoggio dei famigliari (come il nonno e il simbolico significato della sua eredità), sia alla storicità del romanzo, agli studi che hanno spinto la Cibrario ad affrontare un periodo così delicato come quello che precede l'unificazione.

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Nel giardino della Casa Delle Letterature, complice una piacevole giornata di inizio giugno, Antonio Scurati ha raccontato il suo libro, M. Il figlio del secolo edito da Bompiani. Nella cornice dell'estivo una breve presentazione di Francesco Piccolo ha aperto il dibattito, le domande e soprattutto ha lasciato la parola a Scurati il quale, lungi dal voler trasforma l'occasione per un dibattito sociale-politico, ha invece coinvolto il pubblico spiegando e svelando il lavoro copioso che ha rappresentato questo romanzo storico. Lontano dalla saggistica e dal mero documentarismo, Scurati assembla comprovati accadimenti, studi e letture sulla figura di Mussolini, Uomo e Politico, in un testo narrativo (il primo testo narrativo), poetico e letterario, dove il linguaggio abbandona lo stile ricercatamente sofistico per abbracciare un racconto volto ad esorcizzare lo spettro del fascismo.

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In questo video le motivazioni e la nascita del romanzo:

Città Irreale di Cristina Marconi edito da Ponte alle Grazie tra i dodici candidati al Premio Strega

Città irreale il romanzo d'esordio di Cristina Marconi (Ponte alle Grazie) tra i dodici candidati al Premio Strega, è un viaggio sentimentale nella Londra del 2008 quando ancora tutto era possibile e le ambizioni sembravano più raggiungibili dei sogni, invece, infranti in Italia. C'è rabbia in Alina, la protagonista di questa intimistica lirica. Si tratta di un'emozione a tratti contrastante dove le atmosfere della nuova realtà inglese spesso cozzano con i ricordi di un'Italia raffazzonata.

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Alina vuole riscattare se stessa. La scelta della metropoli londinese, la ricerca di un nuovo impiego, l'arte di adattarsi, tutto serve a dimostrare e raccontare al suo io di potercela fare, di avere un'altra possibilità perché, in fondo, c'è sempre una realtà altra nella quale potersi cullare. Alina è determinata a raggiungere questo obiettivo. Il suo è uno sforzo fisico e psicologico alla base del quale il bisogno di appartenenza trasuda dalle pagine del romanzo della Marconi.
Le certezze vacillano quando entra in scena Iain, per il quale Alina nutre un forte sentimento. E' proprio quando la vita londinese sembra aver preso forma che iniziano le difficoltà mettendo in moto una serie di accadimenti a cascata, primo fra tutti la crisi tra Alina e Iain, che avranno un forte impatto emotivo sulla vita della protagonista.
La realtà inizia ad apparire per come è veramente, le persone che circondano Alina si spogliano delle loro sicurezze e manifestano un sentimentalismo, a tratti teatrale talvolta esasperante, che tendono a comprimere dentro se stessi vittime della paura di mostrarsi come sono realmente.
Il tempo personale e il tempo storico si intrecciano: la narrazione alterna la vita dei personaggi ai mutamenti storici di Londra.
Addentrandosi nella lettura ci si domanda quanto di vero c'è nella realtà quotidiana e quanto, invece, è attribuibile a ciò che abbiamo costruito anche sulla base dei non detti.


Amore, dieci anni dopo di Julian Barnes, Einaudi

Se dovessi pensare a una scenografia per questo libro, immagino un palcoscenico spoglio, il testo teatrale che si dibatte tra i personaggi principali (giovani, londinesi e intraprendenti: Stuart, Gillian e Oliver). Le loro voci danno vita a un racconto corale, struggente e ironico, a tratti violento e sofferto, dove anche il respiro ha un peso.
Con Amore, dieci anni dopo (Einaudi) Julian Barnes disegna un ritratto intimistico e brutalmente attuale di una storia d'amore come tante, dove divorzi e matrimoni, fidanzamenti, riconquiste e scalate sociali, non sono altro che i tasselli di una vita che dimostra la fragilità dei sentimenti.

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Il primo personaggio a cogliere l'inafferrabilità degli stessi è probabilmente Stuart, lasciato dalla compagna Gillian, dopo una lunga storia, per l'amico Oliver che si distingue per la giovanile baldanza. Stuart non regge il colpo, parte per gli Stati Uniti dove si afferma socialmente trovando una forte stabilità economica. Ne frattempo Gillian diventa madre di due bambine e Oliver un uomo che dalla vita, invece, non riesce a trarre le soddisfazioni professionali che vorrebbe. La routine famigliare schiaccia sempre più Gillian e Oliver facendoli sprofondare, nel tempo, in un vortice esistenziale nel quale è sempre più difficile identificare gli eventi scatenanti alla base delle frustrazioni, delle insicurezze e delle fragilità.

In questo contesto emotivamente nebuloso Stuart fa il suo ingresso. Dopo dieci anni ritorna a Londra e riprende i rapporti con Gillian e Oliver. E' qui che la narrazione subisce un balzo, il discorso si fa  sostenuto, il lettore è sempre più calato in questo triangolo amoroso: ognuno racconta la propria versione dei fatti, ogni volta si aggiunge un aneddoto, un'informazione in più che accompagna il lettore nella vita ora di Stuart ora di Gillian e Oliver.
Stuart è l'uomo intrappolato dai ricordi, l'uomo che ancora desidera Gillian, che vuole fare i conti con il proprio passato e guarda a ritroso gli ultimi dieci anni della sua vita. In questo senso Stuart è simile a Paul, il protagonista de L'unica Storia (anch'esso edito da Einaudi) che ripercorre la sua vita a partire dall'unica storia che merita di essere raccontata. Anche Paul è vittima dei propri ricordi, nella memoria rivive la sofferenza di una storia contrastata dalla società e che, successivamente, non trova la serenità ambita. In entrambe le opere Barnes affida alla strategia narrativa la ricostruzione della storia: tuttavia è singolare come in Amore, dieci anni dopo le voci dei protagonisti si intrecciano per formare un romanzo corale che restituisce alla storia stessa il ruolo di reale protagonista. Alla base vi è sempre una domanda, la più tormentata, la più difficile da porre a se stessi: quanto siamo responsabili di fronte alle bugie che raccontiamo a noi stessi dal momento che è così faticoso afferrare i nostri sentimenti?

ps: L'unica Storia tenta, in parte, di rispondere a questa domanda.