domenica 25 marzo 2018

Copertina d'autore: D'Annunzio, Il piacere

Egli voleva possedere non il corpo ma l’anima, di quella donna; e possedere l’anima intera, con tutte le tenerezze, con tutte le gioie, con tutti i timori, con tutte le angosce, con tutti i sogni, con tutta quanta insomma la vita dell’anima; e poter dire: Io sono la vita della sua vita.


Gabriele D’Annunzio, Il piacere


Joe Bowler 

venerdì 23 marzo 2018

#PensieriInRete: Ti salverò da ogni malinconia

Ti salverò da ogni malinconia,
Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te
Io sì , che avrò cura di te.

Franco Battiato, La cura

Joseph Lorusso

giovedì 22 marzo 2018

#PensieriInRete: Calvino, La memoria del mondo

Continuai la mia strada, in mezzo alle trasformazioni del mondo, anch’io trasformandomi. 

Italo Calvino, La memoria del mondo


Charlotte Gainsbourg by Peter Lindbergh

Shirin Neshat: Feminism, Iran and Women

Oggi su Wall Street International si racconta la carriera artistica di Shirin Neshat e la sua indagine sul mondo femminile.


Shirin Neshat è un'artista iraniana nata a Qazvin, in Iran. Dopo aver conseguito gli studi in California, a Berkeley, durante gli anni Settanta (proprio dagli Stati Uniti segue la Rivoluzione Islamica del '79), si stabilisce a New York. Pluripremiata a livello internazionale, riconosciuta come una delle artiste più acclamate del panorama contemporaneo, Neshat inizia la sua ricerca artistica approcciandosi alla fotografia e interrogandosi sull'identità della donna. Il suo primo lavoro come fotografa ha avuto origine da un viaggio in Iran nel 1993, dove ha esplorato i concetti di esilio e identità umana ponendo l'obiettivo sulla figura femminile. Verso la fine degli anni Novanta si cimenta in una serie di video-installazioni che esplorano la donna e le differenze di genere nella società (la trilogia comprendente Turbulent del 1998, Rapture del 1999 e Fervor del 2000 indaga proprio i concetti di genere e società, individuo e gruppo).

Continua la lettura: https://wsimag.com/it/arte/36972-shirin-neshat-la-forza-del-linguaggio-poetico

#PensieriInRete: Se tardi a trovarmi, insisti.

Se tardi a trovarmi, insisti. 
Se non ci sono in nessun posto, cerca in un altro,
perché io sono seduto da qualche parte, ad aspettare te.

Walt Whitman, Foglie d'erba 


Marc Chagall, Lovers under lilies, 1925

martedì 20 marzo 2018

Sky, Camilla D'Errico - Solo Show Corey Helford Gallery

Sky, Camilla D'Errico - Solo Show
Corey Helford Gallery
571 S Anderson St
Los Angeles, CA 90033
07 Aprile 2018 - 05 Maggio 2018


Camilla d’Errico, illustratrice di comic book nonché una delle maggiori esponenti femminili del pop surrealismo, artista italo-canadese, presenta un nuovo ciclo di opere alla Corey Helford Gallery dal 7 aprile fino al 5 maggio.

Su Twitter, la D'Errico delizia i fan con assaggi di quello che si potrà ammirare alla Gallery:


Dopo aver conseguito gli studi presso il Capilano College in North Vancouver, la D'Errico ha iniziato ad applicare la sua passione ai manga e ai comics, collaborando con la Walt Disney Company, Ride Snowboards, Hasbro Toys, Wizkids, Microsoft Zune for the Zune Hut at Whistler’s Telus World Ski & Snowboard Championship, OSO Design House and Ginch Gonc.

Dal 2006, anno della sua prima personale alla Vancouver Ayden Gallery in Gastown, Camilla D'Errico non si è più fermata, esponendo sia negli Stati Unti sia in Canada e affermandosi, ben presto, come una delle icone femminili del pop surrealismo internazionale.


Ragazze apparentemente innocenti, rappresentate con ghirlande di fiori tra i capelli e farfalle che si posano sulle mani e sulle labbra, piovre o serpenti che adornano i loro corpi così perfettamente lascivi e offerti allo spettatore con spontaneità adolescenziale. Ragazze dallo sguardo sognante che attraggono l'osservatore per il modo provocatorio di "indossare" singolari copricapi: marchingegni che si rifanno ai progetti meccanici di Leonardo da Vinci. 



Ogni elemento dei suoi quadri è un archetipo volto a rappresentare le sfumature del mondo. Anche l'uso di tonalità accese  o del solo bianco e nero hanno lo scopo di dare il giusto significato ad ogni archetipo del quadro. 


Fanciulle dagli occhi da cervo accompagnate da animali bizzarri. La mano dell’artista si rispecchia nelle sue “Helmetgirls”, create dalla giustapposizione di sfondi iper cromatici con le acconciature più improbabili, dove fantastiche narrazioni da manga fondono il figurativo con gli ambienti più variegati.


Amante degli Shojou manga, della cultura e della pop art giapponese, Camilla d'Errico ha più volte dichiarato di aver studiato il proprio stile sia sulla base di questa sua forte passione sia sulla base della pittura rinascimentale. Da questo mix esplosivo e originale nasce il manga Tanpopo. Nato come un lungo racconto, Tanpopo ha raggiunto, in poco tempo, un notevole successo tanto da spingere Camilla d'Errico a farne una serie di graphic novel e realizzare dei toys per i personaggi del manga (Kuru in primis).





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Per maggiori informazioni: http://camilladerrico.com/

lunedì 19 marzo 2018

Larmes d’or

Io so come adattare i miei lineamenti
perchè nessuno veda i miei tormenti.
Wisława Szymborska, poesie 1954

Anne Marie Zilberman, Larmes d’or

domenica 18 marzo 2018

Ascolta come mi batte forte il tuo cuore

Ascolta come mi batte forte il tuo cuore
Ogni caso, Wisława Szymborska
Gabriel Moreno

martedì 13 marzo 2018

CaLibro 2018 - Festival della lettura a Città di Castello

Giunto alla sesta edizione, CaLibro 2018 è il festival della lettura organizzato a Città di Castello, nel cuore dell'Umbria, dall’associazione culturale Il Fondino.

Quest'anno CaLibro - Festival della lettura si terrà dal 5 all'8 aprile e regalerà nuove emozioni a tutti gli appassionati di lettura. Un fitto programma (visionabile sul sito della manifestazione) dove non mancheranno, come nelle passate edizioni, laboratori poetici, incontri con scrittori, interventi di autori, reading e dibattiti.

Tra le novità di quest'anno, come si legge dalla pagina facebook del sito, #CaLibroNewsroom progetto che vede il coinvolgimento degli studenti del Liceo Plinio Il Giovane di Città di Castello:


CaLibro Festival è stato pensato e realizzato dall’associazione culturale Il Fondino. Nata a Città di Castello nel 2005 come momento creativo, l'associazione ha ben presto unito le forze e organizzato oltre 60 iniziative culturali che hanno, da sempre, legato il territorio all'innovazione e alla conoscenza. 

L'obiettivo di CaLibro, fin dalla prima edizione, è quello di offrire una manifestazione culturale che non si esaurisca con le giornate del Festival ma che vada al di là delle stesse, infittendosi di iniziative durante l'anno e allargando gli orizzonti per toccare nuove proposte e nuovi spazi creativi.  

Come si legge dal sito, fanno parte dell’associazione culturale Il Fondino e dell'organizzazione di CaLibro Festival: Lorenzo Alunni, Benedetta Baviera, Giovanni Bettacchioli, Bruno Ciotta, Serena Facchin, Eleonora Mariucci, Lorenzo Locchi, Enrico Paci, Annalisa Pierini, Silvia Pieroni, Marco Polchi, Sara Polverini, Francesco Rosi, Giambattista Santinelli, Livia Sassolini, Achille Sberna, Martina Scarscelli, Andrea Tafini, Saverio Verini.


lunedì 12 marzo 2018

Valentina di Crepax a colori con L'Espresso

Valentina a colori: la raccolta inedita tra bianco, nero e colori in uscita per L'Espresso dal 15 marzo. Conturbante, sognatrice, affascinante, istintiva e terrena: è l'eroina dei fumetti più famosa, Valentina di Guido Crepax. 



Laureato in architettura, Guido Crepax si dedica ben presto alla grafica editoriale e pubblicitaria. Nel cuore degli anni sessanta, del boom economico, Crepax intraprende la strada del fumetto e da allora non l'abbandonò più. Il cinema e la fotografia influenzano le sue tavole. Le inquadrature oblique, la metonimia nel fumetto, i particolari che rappresentano la parte per il tutto, i disegni di ampio respiro perfettamente calati nell'atmosfera degli anni '60 e '70, sono le radici dell'eroina del fumetto italiano più famoso.



Bataille affermò che la nudità è uno stato di comunicazione, che rivela la possibile totalità dell'essere, al di là del ripiegamento su se stesso. I vari momenti della storia di Valentina vengono offerti al lettore, all'osservatore e allo spettatore. Crepax ha avuto il merito di scardinare l'assetto fumettistico così come era stato concepito fino agli anni '50. Lo spazio è l'appendice di un momento, il tempo un compagno desiderato, insieme cavalcano l'onda della passione, chiudono gli occhi e abbracciano orizzonti non ancora immaginati. E se la storia, all'inizio, si avvicina ai tanti gialli che alimentavano la filiera editoriale degli anni '50, le immagini acquistano un valore aggiunto. Trasformate in frammenti, attimi di momentanea felicità, tensione, voluttà, le immagini sono epifania di una narrazione in continuo mutamento.


Allo stesso modo, il mutamento investe Valentina. Gli anni correranno veloci sulla sua pelle. Valentina si stupirà ad osservare la caducità del suo corpo sfinito dagli eventi, carne stanca dentro a un corpo spossato. Quando l'occhio inizierà a perdere il guizzo che lo caratterizzava un tempo e lo sguardo si abbasserà sotto palpebre pesanti, allora la sexy protagonista avvertirà un senso di approssimazione, tutto scivolerà via velocemente e avrà la sensazione di essere troppo stanca per correre dietro alle redini di una storia che, forse, non le appartiene più. Valentina, fotografa di moda, è stata lei stessa testimone di un tempo che stava mutando.


Il cinema e la fotografia. Ma non solo. "Nelle tavole dell’artista milanese si mescola insieme arte, cinema, disegno, comics e fotografia. Crepax frequenta all’epoca del suo debutto gli ambienti culturali milanesi, conosce l’optical art, non solo quella di Vasarely, Soto, Gerstner, che alla fine degli anni Cinquanta hanno cambiato il profilo dell’arte europea e mondiale, ma anche l’op art che si fa a Milano, con i fratelli Colombo, Giovanni Anceschi e tanti altri operatori visivi. Legge e cita i libri che artisti e scrittori si passano di mano. Valentina, sempre più erotica e sinuosa di puntata in puntata, li ha con sé; esibisce le coste dei libri mentre si sdraia nuda sul letto o, vestita di slip attillati e giarrettiere, si allunga sul divano" (Marco Belpoliti).



Valentina a colori: la raccolta inedita che uscirà il 15 marzo per L'Espresso sarà l'occasione per riscoprire, sotto una nuova luce, l'eroina del fumetto italiano e di rivedere le tavole di Crepax, la cura del montaggio, le inquadrature cinematografiche, l'analisi precisa e dettagliata della mimica facciale, un vero e proprio studio del linguaggio del corpo, per la prima volta a colori, che ha rivoluzionato l'iconografia fumettistica portandola allo sperimentalismo e all'avanguardismo.



E se anche certe cose ormai fanno parte della mia giovinezza, non ho perso il vizio di mettermi nei guai. Con la sola differenza che ormai ho imparato a controllare le mie evasioni. 

Andy Warhol POPism

"Noi eravamo l'esposizione"
Andy Warhol, 1965 

Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, photo by Michael Halsband (1985) 

Intervista a Paolo Pedroni: il pop surrealismo italiano sbarca a Londra

Archetipi, influenze mitologiche e simbolismo: il pop surrealismo di Paolo Pedroni affonda le radici in una ricerca narrativa estetica densa di significati, una ricerca del collettivo che parte dalla sfera personale.
Paolo Pedroni, uno dei maggiori esponenti italiani del pop surrealismo, si racconta in una intervista che è riflessione sulla sua carriera e, al tempo stesso, sull'ascesa del suo essere artista contemporaneo e rappresentante della corrente pop surrealista nazionale. 


Su questo sito non sei nuovo. Sono stati già scritti alcuni articoli sulla tua arte e sul tuo modus operandi soprattutto come uno degli esponenti italiani del pop surrealismo. L'ultima intervista risale al 2013: che cosa è cambiato da allora nel tuo modo di concepire e illustrare il pop surrealismo e nel tuo rapporto con la pittura digitale e a olio?
P.P: In realtà non mi sono mai soffermato ad analizzare i cambiamenti, credo e spero ci sia stata un’evoluzione sopratutto in termini di concetto: nelle opere di oggi provo ad illustrare scene che possono risultare meno immediate ma il cui intento è proprio quello di spingere lo spettatore a porsi ancora più domande e indagare più a fondo.

Nel 2015 hai collaborato con lo stilista Juun J che ha realizzato un'intera collezione con capi sui quali sono state stampate alcune delle tue opere. La presentazione ufficiale della collezione è avvenuta a Parigi a gennaio del 2015 in occasione della settimana della moda. Come è nata questa collaborazione e quali sono le sensazioni che hai provato vedendo dei modelli sfilare "indossando" le tue opere?
P.P: Tutto è successo molto velocemente. ho semplicemente trovato una mail di richiesta da parte loro, ho provato ad indagare su come e quando Juun J avesse scoperto le mie opere ma ho ricevuto risposte vaghe, quindi non so esattamente come questa collaborazione sia nata. È stato un susseguirsi di emozioni mai provate culminato appunto con la sfilata a Parigi... surreale!


Sempre restando all'evento di Parigi: credi che l'esperienza che hai vissuto sia un esempio di come l'arte pittorica possa entrare, in modo totalizzante e appagante, nella vita delle persone e quali sono gli strumenti che l'artista ha a disposizione per realizzare questo obiettivo, secondo la tua personale esperienza?
P.P: Sicuramente questa collaborazione è un esempio di come l’arte pittorica può contaminare altri campi della creatività. Quando c’è l’incontro di più artisti per la realizzazione di progetti, di qualsiasi tipo, è come se gli stessi si mettessero in risalto a vicenda... è come se il proprio messaggio si amplificasse.
Per quanto riguarda gli strumenti, credo che purtroppo o per fortuna, la rete sia il mezzo più potente ed immediato... una grande vetrina virtuale dove non è difficile imbattersi in cose interessanti.

Nella nostra ultima intervista dicevi a proposito del pop surrealismo: "Penso che sia un grande, grandissimo contenitore di talenti, forse l'unica pecca è la forte caratterizzazione del suo immaginario. Tutti, me compreso ovviamente, abbiamo dei riferimenti chiari e precisi che ci inducono a seguire spesso la stessa direzione. La difficoltà sta nel cercare di rendersi originali, unici e nel riuscire a comunicare qualcosa nonostante le similitudini tra gli stili". Sei ancora d'accordo con questa affermazione oppure è cambiato qualcosa nella tua persona e, in generale, nel panorama pop surrealista italiano ed estero?
P.P: Credo che la situazione oggi sia molto diversa. Molti artisti italiani (e non) hanno intrapreso percorsi alternativi. Grazie alla rete abbiamo accesso ad un numero infinito di contenuti ed immagini che volenti o nolenti immagazziniamo ed è molto più facile crescere ed evolversi.

Poison Toffee Apples è stata la tua prima personale tra la fine del 2015 e gennaio del 2016 alla Dorothy Circus Gallery, un evento speciale che ti ha riconfermato tra gli artisti di punta del panorama pop surrealista non solo italiano. Quali sono stati gli elementi caratterizzanti di quell'esposizione? Ho percepito la mostra come un momento di svolta nella tua carriera artistica, è esatta questa affermazione?
P.P: Si direi che Poison Toffee Apples è stato un punto di svolta, per la prima volta mi sono trovato di fronte ad un tema da sviluppare e raccontare in tante sfaccettature. Il concetto sul quale poggiava l’intera mostra è quello dell’accettazione: si “parla” di diversità e amor proprio, di orgoglio e solitudine. E' stato un vero e proprio percorso.



Nella primavera dello scorso anno ti abbiamo visto alla Dorothy Circus Gallery insieme a Camilla D'Errico (artista che amiamo e della quale abbiamo parlato più volte tra le pagine di questo sito). Quali sono gli elementi che, a tuo parere, vi accomunano?
P.P: La doppia personale con Camilla D’Errico è stato un onore e un piacere. Viste insieme le opere calzavano a pennello, sicuramente un punto in comune è che entrambi siamo dei sognatori e questo traspare nelle opere. 








Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti e progetti per il futuro?
P.P: Ad aprile presenterò presso la sede londinese della Dorothy Circus Gallery alcune opere ispirate all’ultimo pezzo “Meteora” già esposto nella stessa galleria. Altri progetti bollono in pentola ma è ancora presto per parlarne...


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Paolo Pedroni nasce a Brescia nel maggio 1983 e sin dall’infanzia coltiva la passione per il disegno.
Il primo vero approccio con l’arte è stato con il Writing e con la Street Art, il mezzo erano i colori spray e le tele i muri delle periferie.
Per educare l’innata propensione al disegno e la passione per l’arte frequenta il Liceo Artistico Vincenzo Foppa della sua città dove al quinto anno partecipa al concorso di scenografia del teatro sociale di Brescia vincendo il primo premio.
Paolo successivamente si diplomerà  all’Istituto Europeo di Design nel 2005.
Pur lavorando nel campo dell’architettura d’interni non ha mai perso di vista la passione per il disegno e la pittura, che lo hanno portato a scoprire la pittura digitale grazie alla quale ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo del pop surrealismo e ad esporre i propri lavori in gallerie Italiane e Internazionali.
Nel 2011 le prime mostre collettive in Italia e nel 2012 inizia la sua collaborazione alla grafica dei tre volumi che raccontano la storia della Dorothy Circus Gallery.
Non dimenticando ne rinnegando l’arte digitale, nel 2014 riscopre la pittura ad olio.
All’inizio del 2015 collabora con lo stilista Sud Coreano Juun J, il quale realizza diversi capi per la stagione FW 15/16 utilizzando alcune opere digitali: The Creator, End of Illusion, Carillon, Applause e Clown. La collezione è stata presentata a Parigi al Palais de Tokio durante la settimana della moda il 23 gennaio 2015.

Per approfondimenti, invitiamo alla consultazione del sito: http://www.paolopedroni.com



domenica 11 marzo 2018

Copertina d'autore: Dae Cho Park sulle note di Pavese

Dae Cho Park, Desire

Girerò per le strade finché non sarò stanca morta
saprò vivere sola e fissare negli occhi
ogni volto che passa e restare la stessa.
Questo fresco che sale a cercarmi le vene
è un risveglio che mai nel mattino ho provato
così vero: soltanto, mi sento più forte
che il mio corpo, e un tremore più freddo
accompagna il mattino.
Son lontani i mattini che avevo vent'anni.
E domani, ventuno: domani uscirò per le strade,
ne ricordo ogni sasso e le strisce di cielo.
Da domani la gente riprende a vedermi
e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi
e specchiarmi in vetrine.
I mattini di un tempo,
ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo
di esser io che passavo-una donna, padrona
di se stessa. La magra bambina che fui
si è svegliata da un pianto durato per anni
ora è come quel pianto non fosse mai stato.
E desidero solo colori. I colori non piangono,
sono come un risveglio: domani i colori
torneranno. Ciascuna uscirà per la strada,
ogni corpo un colore-perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d'esser io: gettando un'occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,
uscirò per le strade cercando i colori.
Cesare Pavese, Agonia

sabato 10 marzo 2018

Street Art of the Week

Appuntamento settimanale con la migliore street art da tutto il mondoUn tuffo nella bellezza.
L’artista dopo che ha lavorato deve sentirsi stanco, eccitato, qualche volta felice e quasi sempre insoddisfatto.
Giacomo Balla 

Aniekan Udofia 

Aniekan Udofia 

Aniekan Udofia 

Seth

Chemis

Chemis

Elno

Elno

Elno

Pichi Avo

Pichi Avo

Pichi Avo

Rahmaan Statik

Rahmaan Statik

Rahmaan Statik

SABOTAJE AL MONTAJE

SABOTAJE AL MONTAJE

Seth

Stinkfish

Seth