domenica 18 ottobre 2015

La "Molteplicità" di Italo Calvino

Chi è ciascuno di noi se non una combinazione d'esperienze, d'informazioni, di letture, d'immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un inventario d'oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.


I. Calvino, Lezioni americane.



Fonte Immagine: http://italies.revues.org/4577

venerdì 16 ottobre 2015

Oltre la notizia per un giornalismo di qualità [Esperimenti & Riflessioni]



Giornalismo
. Cosa sta cambiando e quali potrebbero essere gli scenari futuri. Se ne parla da tempo. Da quando le piattaforme di social networking e i blog hanno rivoluzionato la figura del giornalista così come abbiamo sempre inteso tale professione almeno fino alla fine degli anni novanta, se ne parla da quando il web è diventato contenitore di notizie free, se ne parla da quando il lettore ha cambiato e così il suo modo di approcciarsi alla notizia.

Se i lettori vanno oltre la notizia

La notizia, nell'accezione tradizionale, non desta più quella curiosità che poteva avere un tempo (neanche troppo lontano). Il suo valore viene meno proprio perché si può trovare quella stessa notizia ovunque, basta cercare sul web senza troppi sforzi sulla query da digitare. Da questo punto di vista, lo stesso Facebook offre filo da torcere alle testate giornalistiche. 

Se è vero che le notizie sono a portata di click, è anche vero che il lettore vuole qualcosa in più, necessita di una storia, di un approfondimento. Non gli basta conoscere il fatto, vuole capire cosa c'è dietro. E' quanto emerge da uno studio della University of Pennsylvania riferendosi al New York Times. 

Siamo immersi in quella che Mat Yurow chiama "a new era of original journalism". Questo non significa che scompariranno le notizie, che non ci sarà più spazio per il fatto nudo e crudo. Le notizie, come contenuto di rapido consumo, continueranno la loro esistenza ma accanto a queste si sta già facendo strada, da tempo e sotto forma di esperimenti editoriali, un modo di fare giornalismo che prevede (e richiede) "an investment in our best assets — our writers. Not just reporters of events, but imaginative storytellers, original thinkers, and content creators who understand what readers want".

Blendle: quando il lettore paga per il giornalismo di qualità 


Blendle, piattaforma olandese lanciata nel 2014, è oggi uno degli esperimenti editoriali più interessanti da monitorare. Conquistato il mercato olandese e alle prese con il mercato tedesco, Blendle offre la possibilità di accedere al giornalismo di qualità solo se paghi. 

Funziona? Evidentemente sì, tanto che affermano: "We don’t sell a lot of news in Blendle. People apparently don’t want to spend money on something they can get everywhere for free now. People do spend money on background pieces. Great analysis. Opinion pieces. Long interviews. Stuff like that. In other words: people don’t want to spend money on the ‘what’, they want to spend money on the ‘why’".

Nessuna pubblicità, nessun clickbait. Questo è il modello di business della piattaforma editoriale Blendle. 

I parametri tradizionali sono importanti ma in Blendle c'è di più:

"In The Netherlands, journalists now have access to two important extra metrics for their stories:
1. How much revenue did the stories generate in micropayments?
2. How many people asked for a refund after reading the stories?"

Quale previsione per il futuro del giornalismo?

Difficile prevedere uno scenario futuro plausibile, troppe le dinamiche che intervengono e mutano in continuazione. Tuttavia si può sicuramente affermare la necessità di insegnare alle nuove generazioni il funzionamento, l'utilità e l'applicazione degli strumenti che un giornalista digitale deve conoscere
Accanto alle competenze è fondamentale una forma mentis aperta ai cambiamenti (anche repentini), che si adatta ai contesti e che sa muoversi e destreggiarsi in molte situazioni.  

domenica 11 ottobre 2015

Internet Festival. Forme di Futuro. Pisa, 8 - 11 ottobre 2015.



Si conclude oggi l'edizione 2015 Internet Festival tenutosi a Pisa. Conferenze, dibattiti, panel, workshop che hanno avuto il merito di approfondire lo scenario digitale contemporaneo.

Quando si può parlare di innovazione e quali sono i processi che accrescono l'innovazione? E' proprio questa l'epoca delle delle grandi trasformazioni? Qual è il ruolo delle PMI e delle PA in questo contesto? Il digitale può reinventare gli spazi culturali, crearne di nuovi e riabilitare quelli esistenti avvicinando anche le nuove generazioni?

La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Presentazione del prototipo di app

Il digitale al servizio della cultura. Di questo (e di molto altro) si è parlato nel panel tenuto da Miriam Failla sul progetto La vita delle opere.
Come si legge nel sito, "il Progetto La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Progetto pilota per la ricerca e la comunicazione nei musei della storia conservativa delle opere d’arte è stato elaborato da Antonella Gioli (Università di Pisa), responsabile e coordinatore scientifico, Maria Beatrice Failla (Università degli Studi di Torino), Chiara Piva (Università Ca’ Foscari di Venezia), ricercatrici e docenti nell’ambito del settore disciplinare L-ART/04 (Museologia, Storia della critica e del restauro) ed è stato finanziato dal MIUR nell’ambito dei Progetti di Ricerca di Rilevante interesse Nazionale (PRIN) per gli anni 2014-2017".

Il progetto pone al centro del suo studio due sfide culturali di primaria importanza per i poli museali e per i fruitori di storia dell'arte:
  • indagare sulla storia conservativa di un'opera d'arte

  • utilizzare la tecnologia digitale per trasmettere la conoscenza della storia dell'arte e il patrimonio culturale del Paese 

Nell'ambito del discorso dell'utilizzo della tecnologia per raccontare la storia dell'arte, vi è la progettazione e realizzazione dell'app presentata proprio all'Internet Festival.



L'utilizzo dei social media nei musei italiani

A corredo di questo panel vi è un approfondimento, scritto da Maria Elena Colombo a settembre di quest'anno, sulle figure professionali che la cultura digitale ha introdotto anche nei poli museali nonostante il nostro Paese abbia accolto (e stia tuttora accogliendo) con fatica questi mutamenti sociali e professionali direi inevitabili.

Alcuni dati sullo scarno utilizzo delle piattaforme di social networking li potete trovare in questa presentazione in occasione di un incontro formativo per operatore museale della cultura e del turismo 3.0.

Non solo. Nell'articolo di Maria Elena Colombo si parla anche di "identificazione di un codice etico e deontologico" come passo avanti nel consolidamento dell' utilizzo degli strumenti che la tecnologia ci mette a portata di click ma anche delle figure professionali chiamare a maneggiare tali strumenti.

Un invito alla lettura per chiarire termini sui quali spesso si dibatte e offrire spunti di riflessione per gettare le basi di un dibattito concreto che dal virtuale riesca a trovare applicazione nel reale.

domenica 4 ottobre 2015

#Digit15. 2 - 3 ottobre Prato. L'algoritmo di Twitter



Workshop operativo e interessante quello tenuto da Andrea Boscaro, con introduzione di Marco Renzi, sull'algoritmo di Twitter.
Marco Renzi approfondisce il tema digitale è cultura, a partire da una breve trattazione su quello che rappresenta Twitter nel panorama italiano, il presunto calo (che solo i dati nei prossimi mesi potranno confermare o smentire) e il rapporto tra Twitter e Facebook.

Andrea Boscaro ci proietta nel mondo di Twitter presentando i vari componenti dell'algoritmo:
Come si legge nel blog di Twitter, "At Twitter, Cassovary forms the bottom layer of a stack that we use to power many of our graph-based features, including “Who to Follow” and “Similar to.” We also use it for relevance in Twitter Search and the algorithms that determine which Promoted Products users will see. Over time, we hope to bring more non-proprietary logic from some of those product features into Cassovary". 

Si passa quindi ai fattori dell'algoritmo di Twitter

Bounce-Back 

Twitter, a differenza di Facebook, non tiene conto della frequenza di rimbalzo ovvero di quegli utenti che, cliccando sul link ritornano sul social network. Tuttavia se vogliamo migliorare la performance del nostro sito dobbiamo ambire a far rimanere il nostro utente sulla pagina e a navigare dentro al sito.

Commenti Negativi

Anche in questo caso, a differenza di facebook, Twitter non tiene conto della penalizzazione che proviene da una menzione negativa. Tuttavia è importante sapere quante menzioni abbiamo ricevuto e di che tipo sono queste menzioni, perciò uno strumento che potrebbe venirci in aiuto è Twitchup.

Fattore Temporale

Quando twittare? Anche qua i tool ci vengono in aiuto. Andrea Boscaro ne elenca alcuni tra cui Tweriod.com

Affinità

Come riportato da Boscaro, questo è forse uno dei fattori più importanti (e interessanti). Su Facebok abbiamo la funzione di "mirino" per le pagine. Twitter ancora deve ancora perfezionarsi.


Story Bumping, Last Actor (e Peso)

Questi sono fattori presenti in Facebook e per spiegare questi due fattori vi invito alla lettura sui Facebook Update di Marketing Land, sottolineandovi questa frase introduttiva: "The changes are emblematic of Facebook’s ongoing challenge to make the News Feed a “personalized newspaper” for each user. Facebook’s user base continues to grow, those users are making more connections, more brands are creating Facebook Pages and pushing content, etc. — making the News Feed something of a complicated balancing act".

Il panel prosegue con cenni di content distribution e content marketing



Concludo con una frase di Boscaro che apre innumerevoli spunti di riflessione: "Più tecnologia, più fattore umano".

Approfondimenti

#Digit15. 2 - 3 ottobre Prato. Best practice per l'editoria digitale



Il panel successivo dopo l'approfondimento su Periscope, vede l'editoria digitale al centro del dibattito. Roberta Di Sabatino, Vittorio Pateris e Pierluigi Vaccaneo calcano la scena del workshop.

Quando si parla di innovazione e digitale in relazione all'editoria e alla produzione di libri abbiamo sostenitori e detrattori della causa. Di Sabatino, partendo dalla sua esperienza in campo professionale, ha cercato di fare ordine raccontando l'impatto del digitale sulla filiera editoriale

Si passa quindi al discorso delle sperimentazioni nel campo dell'editoria digitale. Prende la parola Pierluigi Vaccaneo, Direttore della fondazione Cesare Pavese, nonché protagonista di queste sperimentazioni che investono la letteratura tutta.
Da dove è nata l'idea di @Twletteratura? Vaccaneo ha guardato a quello che già stavano facendo da tempo negli Stati Uniti e ha applicato questo esperimento partendo da Cesare Pavese con La Luna e i falò, per poi estendere il discorso ad altri classici.




Tra i progetti futuri, Pierluigi Vaccaneo presenta @betwyll e @libricity




Approfondimenti 

#Digit15. 2 - 3 ottobre Prato. Periscope: narrare gli eventi in diretta tv



La seconda giornata di #Digit15 si apre con un panel operativo presieduto da Alberto Puliafito e Guido Scorza sull'utilizzo di Periscope per il mondo giornalistico (e non solo).

Parto da questo tweet, che non rappresenta la prima slide mostrata da Puliafito ma è quella che, a mio parere, riassume molto di quanto si è detto durante la prima giornata:
Il nodo è trarre vantaggio dalle nuove possibilità. Il che mi riporta con la memoria a un paio di riflessioni che avevo fatto tempo fa in seguito alla lettura di alcuni articoli sulla figura del giornalista digitale (riflessioni poi riprese da Granieri in un suo articolo per la Stampa).

Tra le nuove possibilità abbiamo (anche) Periscope. Come usarlo? Per cosa? E quale sarà il rapporto con il giornalismo, lo ucciderà?




La parola passa quindi a Guido Scorza che da subito pone una domanda provocatoria introducendo, così, il diritto d'autore:

Si pone il problema di cosa posso filmare. Problema che investe il soggetto ma anche l'audio.

Un terzo problema riguarda la scelta dell'hashtag (argomento che verrà approfondito con Andrea Boscaro nel panel dedicato all'algoritmo di Twitter):




Approfondimenti - I Workshop della prima giornata di #Digit15

sabato 3 ottobre 2015

#Digit15. 2 - 3 ottobre Prato. Se le notizie si trovano sui social



Il workshop Journalism for the future cede il posto alle due ore di confronto e approfondimento sul tema digitale è cultura tenuto da Pier Luca Santoro e Marco Renzi. 

Se le notizie si trovano sui social è il titolo del workshop di Santoro e Renzi che si apre con alcune considerazioni dello stesso Marco Renzi:
  • Il mestiere del giornalista non è cambiato. Il digitale ha mutato il paradigma e le dinamiche entro cui si muove tale professione
  • Dentro al digitale siamo tutti giornalisti
  • Il mobile concede a tutti di entrare nel web
Da queste considerazioni parte la riflessione di Pier Luca Santoro il quale, dopo aver illustrato lo scenario di riferimento dei social network nel nostro Paese, ci proietta nel mondo dei social media e nel rapporto tra questi ultimi e gli utenti




Viene poi analizzato il ciclo di diffusione di una notizia:


In questo scenario la condivisione del lavoro giornalistico assume un significato ben preciso ovvero la sua professione viene proiettata in uno spazio aperto e senza limiti.


E da questa immagine esplicativa è stato approfondito il ruolo del social media editor nelle redazione giornalistiche 





Fonti e Approfondimenti 

venerdì 2 ottobre 2015

#Digit15. Prato 2 - 3 ottobre. Journalism for the future



Dopo il workshop di Luca Attias, Michele Melchionda e Gianni Dominici, L'amministrazione come è e come dovrebbe essere, il festival nazionale del giornalismo digitale tenutosi oggi (prima giornata) a Prato presso la camera di commercio ha proseguito con un approfondimento dal titolo Journalism for the future

Presieduto da Paolo Piacenza, Danilo Fastelli e Marianna BruschiJournalism for the future rappresenta una finestra su quanto è stato presentato a @ONAConf, la conferenza tenutasi a Los Angeles dal 24 al 26 settembre. 



Piacenza ci presenta quindi un piano per l'engagement, traendo spunto da tre personalità giornalistiche di spicco:



Un esempio valido di giornalismo sui social è @reportedly di @acarvin



La parola passa quindi a Danilo Fastelli che travolge il suo pubblico con una frase complessa:



L'obiettivo del giornalismo (ma non solo) è offrire un servizio utile. Per questo la figura del community manager è fondamentale per individuare le comunità,  i gruppi d'interesse e dare voce alla loro causa. Un prodotto giornalistico che è stato presentato a @ONAConf è la newsletter, percepita come prodotto di qualità che offre esperienze concrete ai vari pubblici, rispondendo ai loro bisogni ed esigenze.

Entra in scena Marianna Bruschi che presenta dei tool importanti per una redazione giornalistica (ma i destinatari si potrebbero estendere).



#Digit15 2 - 3 ottobre. A Prato il festival nazionale del giornalismo digitale



Si è svolta oggi, a Prato, la prima giornata di Digit15, il festival nazionale dedicato al giornalismo digitale. Tante le personalità che hanno dato il loro contributo sul tema centrale digitale è cultura. Un tema, quello di quest'anno, ambizioso che vuole abbracciare la complessità antropologica, sociale, ma anche economica e politica della della tematica nella sua totalità.


L'amministrazione digitale come è e come dovrebbe essere 

Il workshop tenuto da Luca Attias, Gianni Dominici e Michele Melchionda ha toccato la tematica principale del festival partendo dallo stato di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni.
Luca Attias (DG Sistemi Informativi della Corte dei Conti) ha subito coinvolto il pubblico asserendo che il digitale è un'emergenza in Italia trasversale a tante altre emergenze, come quella sanitaria, quella della corruzione oppure quella scolastica.

Questa è la situazione in cui versano le pubbliche amministrazioni, con particolare focus al contesto in cui si muove la gestione delle risorse nelle PA.

Questa è la situazione in cui versano le pubbliche amministrazioni, con particolare focus al contesto in cui si muove la gestione delle risorse nelle PA.

Lo stato di salute della digitalizzazione italiana è allarmante:

Digital Economy and Society Index 2014 (DESI, fonte UE)
Il miglioramento nella gestione delle risorse umane nelle amministrazioni, nella valorizzazione delle competenze passando per la meritocrazia e la legalità è possibile solo attraverso l'acquisizione della cultura da parte dei vertici dello stato. Luca Attias fornisce, al riguardo, anche esempi concreti che toccano la nostra quotidianità, come ad esempio l'insegnamento dell'informatica nelle scuole italiane

Si deve ripensare a questo e risolvere il problema etico e cultura del nostro Paese per fare vera innovazione.


 Con Michele Melchionda (Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati - Servizio per la gestione del centro unico servizi - Corte dei Conti) il discorso prosegue:






Secondo Melchionda l'amministrazione pubblica potrebbe già essere qualcosa d'altro e ciò risiede nel comportamento del singolo cittadino. Ritorna quindi la conclusione di Attias, ovvero la risoluzione del problema etico e culturale del nostro Paese partendo (soprattutto) dai vertici.



Fonti e Approfondimenti

Digit15 - Il programma
Riassunto del workshop tenuto da Gianni Dominici, Luca Attias e Michele Melchionda

giovedì 1 ottobre 2015

Recensione: Andromeda Heights - Banana Yoshimoto

Le persone si trasformano a poco a poco nell'impronta che hanno dato alla loro vita.
B. Yoshimoto


Andromeda Heights - Il Regno 1
Banana Yoshimoto
Feltrinelli editore


Tommaso, in un passo del suo vangelo, parla di salvezza e distruzione: "Se darete alla luce ciò che è dentro di voi, ciò che darete vi salverà. Se non darete alla luce ciò che è dentro di voi, ciò che non darete alla luce vi distruggerà". Ebbene questa è una frase che mi ha sempre colpita per la sua forza e per le rappresentazioni che evoca. Sottesa in questa frase vi è l'immagine che svela il destino degli uomini, i legami umani e i legami tra le persone e il mondo circostante. Un flusso costante e vitale, una condizione difficile da raggiungere (soprattutto se pensiamo all'uomo moderno).

Shizukuishi tenta di trovare l'equilibrio che la riconcilia con se stessa e con il mondo naturale prima ancora che con le persone. Cresciuta in una "casa sul fianco di una montagna / sopra alle nubi accanto al cielo", la nonna le insegna ad ascoltare le piante e a respirare l'aria rarefatta della notte, a prendersi cura dei passanti che giungono fino alla loro casa  con il cuore gonfio di speranze, attendendo gli infusi "miracolosi" di un'anziana venerata come Buddha.

A diciott'anni il mondo arcano di cui lei conosce ogni minimo dettaglio si sgretola, l'equilibrio viene meno a causa dei lavori di valorizzazione del territorio che, da valle, stanno facendo sentire i loro effetti (negativi) fino alle pendici della montagna. Le piante rispondono ai mutamenti indebolendosi, gli effetti benefici delle loro foglie diminuiscono. La vita in quella casa sta perdendo significato. Le due donne prendono strade differenti, ognuna raggiunge un luogo dove, spera, di poter vivere (ancora) secondo natura. Per Shizukuishi il profondo legame con la terra le offre la possibilità di non dimenticare e continuare a vivere, almeno nel ricordo, in quel mondo fatato.

La città le si presenta diversa da come l'aveva immaginata. Morsa da una solitudine metropolitana di matrice pessoana, Shizukuishi tenta, disperatamente, di trovare un equilibrio, una soluzione a questo malessere cittadino. Lo sguardo di Shizukuishi, avvicinabile a quello di un flâneur postmoderno, osserva i vicini di casa, i passanti per le strade, ma cede agli occhi "pigri" di Kaede, suo secondo maestro dopo l'anziana nonna. 

Un rapporto, quello tra Shizukuishi e Kaede, che non scade in una banale storia d'amore ma fa parte di quel grande progetto che vede la giovane ragazza riconciliarsi con la natura e con le persone che la circondano attraverso un processo di elevazione spirituale che solo con Kaede riesce a raggiungere. Figura sostitutiva della nonna, il maestro sarà un tassello fondamentale affinché Shizukuishi riesca a dare alla luce quello che c'è dentro di lei. Per la salvezza dovete attendere Il dolore, le ombre, la magia.