sabato 1 febbraio 2014

Indagine sulla Follia - Fotografare il manicomio

Questo articolo è un guest post di Luca Sempre.



Mi piace concludere questa serie di articoli dedicati al tema della Follia nella Arti parlando del potere della fotografia e delle storie che un semplice scatto può raccontarci.

# Come questo viaggio folle è iniziato

Ricordo che ero su Flipboard e quasi per gioco ho iniziato a raccogliere fotografie di manicomi abbandonati in giro per l’Italia (e non solo), luoghi oggi divenuti meta di pellegrinaggio da parte di visitatori estemporanei, turisti improvvisati che con i loro scatti hanno documentato corridoi e stanze per molto tempo inaccessibili a sguardi esterni.

E così, di fotografia in fotografia, senza seguire un percorso logico, ho creato il magazine Follia. Un percorso visivo in quei luoghi abbandonati che un tempo ospitavano i “pazzi”, persone a cui un certo punto il cervello ha fatto crac ed è partito per un viaggio senza ritorno in mondi per noi inaccessibili e incomprensibili.

La rivista – al momento composta da 275 fra articoli e immagini – ha raccolto in appena un anno dalla sua creazione circa 2.700 lettori, e le sue pagine sono state sfogliate ben 67.990 volte.

Era nata per gioco. Non pensavo potesse riscuotere così tanti apprezzamenti.


# I luoghi, i volti e le storie che la Follia ci racconta


Sfogliando il magazine troverai:

·         Lettini dove un tempo veniva praticata la lobotomia transorbitale, pratica per molti anni accettata dalla medicina ufficiale ma oggi quasi del tutto inutilizzata.
·         Scritte sui muri dal significato spesso ambiguo e inquietante, il più delle volte incomprensibile.
·         Diagnosi di pazienti “a rischio suicidale” abbandonate su scrivanie piene di polvere e calcinacci.
·         Pupazzi, scarpe e vestiti un tempo appartenuti agli ospiti dei manicomi.
·         Un generale senso di vuoto che disorienta e disturba lo spettatore.
·         E poi, se guardi bene – oltre il lettino, la sedia vuota, l’ennesima stanza abbandonata – non avrai difficoltà ad ascoltare quelle cantilene prive di senso e quei discorsi senza significato che ogni giorno riempivano il silenzio dei manicomi.
 Se vuoi puoi sfogliare la versione web del magazine. Se invece sei su Flipboard, per una migliore esperienza di lettura ti consiglio la navigazione su iPad o tablet. Che poi chiamarlo magazine fa molto glamour, anche se c’entra davvero poco con l’orrore invisibile e silenzioso che trasuda da ogni fotografia.

# Il film della follia (non per cuori deboli)
E così siamo arrivati alla fine di questo breve (e spero per te interessante) viaggio in un mondo senza contorni che tanto ci affascina e inquieta.

La degna conclusione del viaggio è un breve documentario della durata di 6 minuti ad opera del fotografo statunitense Jenn Ackerman  - già autore della splendida serie Trapped (letteralmente Intrappolato) dedicata ai pazienti rinchiusi negli ospedali psichiatrici americani – che ci fa entrare nella sezione dedicata al trattamento dei disturbi mentali del Kentucky State Reformatory (KSR).

Il video è stato premiato più volte, e a mio parere è tra i migliori corti amatoriali di sempre mai girati. Piccola raccomandazione per coloro che decideranno di vederlo: Ackerman stavolta la follia te la sbatte in faccia senza alcun filtro. Ecco il link: http://vimeo.com/817045



Bene. Siamo arrivati alla fine di questo breve viaggio oltre la… normalità. 

Ringrazio Sara per avermi dato l’opportunità di prendere “possesso” del suo blog per un’intera settimana (ho fatto danni, Sara?) e ringrazio anche te, caro lettore, che hai voluto dedicare un po’ del tuo tempo ai miei articoli.

Ci vediamo presto in giro per il web. Se vuoi mi trovi qui.


Luca Sempre
Sito personalelucasempre.com
Figurine (sito dedicato al racconto): http://figurine-racconto.weebly.com
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