domenica 26 gennaio 2014

Have a nice day



Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi. (Calvino)

martedì 21 gennaio 2014

Le illustrazioni di Amelia Soler Escrivà

"El meu cel" Photography, ink and chalk on paper - 21x29cm 

Credo di avervi già parlato delle bellezze di Valencia e ci come, questa città, mi ha rapito per sette giorni e soprattutto sette notti trasformandosi di ora in ora in una donna sempre più seducente. Sono passati alcuni anni da quando ho visitato Valencia ma i ricordi sono vividi come fosse ieri e le feste, le notti in piazza, il mare, i locali stracolmi di gente, le birre ghiacciate, le patatine fritte con salse infinitamente piccanti, i piedi nudi sui davanzali mentre i bagliori dell'alba accecavano e costringevano a indossare occhiali da sole, bè quei ricordi stanno proprio lì, pronti per essere rispolverati per le grandi occasioni. Come questa che sto per presentarvi.

Si tratta di Ame Soler, una giovanissima studentessa valenciana (classe 1994) vincitrice del primo premio Campus artistico Antonia Mir nel 2010. 

Le illustrazioni di Ame Soler sono un inno alla natura, alla seduzione, al fascino del corpo femminile alla sua conturbante bellezza. Pur svelandosi, i corpi disegnati da Ame Soler, nascondono un segreto e hanno un retrogusto amaro che contrasta quella dolcezza dalla quale per un attimo, siamo stati avvolti. 

E in quello che potrebbe essere un gioco di contrapposizioni ho rivisto una città tanto affascinante quanto abbandonata e terrificante (mi riferisco a certi quartieri sulla costa), una Roma solo più esotica e balneare di quella che in realtà conosciamo.  





giovedì 16 gennaio 2014

Creativo sì, #coglioneNO



Partiamo dal video realizzato dal collettivo Zero, Creativo sì #coglioneNO. Lo avete visto tutti, vero? Non c'è bisogno che mi metta a raccontarvelo ma inserisco il link alla pagina ufficiale in cui potrete trovare i video realizzati dal collettivo, perché non fa male riguardarli magari una seconda volta. O una terza volta. http://zerovideo.net/coglioneno


Quanti di voi fanno i web writer? I copywriter? E quanti svolgono un Lavoro Creativo? So per certo che qualcuno tra i follower è un creativo fino al collo e chissà magari anche tu che stai leggendo annuisci pensando che quelle frasi le conosci bene.

Questa pubblicità sta facendo il giro del web e in molti ne stanno parlando e scrivendo. Pure io. 
Anch'io sono stata una che ha fatto quella figura, proprio quella lì, sì. E ho fatto anche la stessa faccia quando mi sono sentita dire che ero io a non aver capito bene, che nessuno aveva stanziato un budget per quel progetto (già portato a termine) o deciso di investire su di me.

Il problema, almeno in parte, credo che stia nella parole di Benedetto Motisi nel suo commento all'articolo di Riccardo Esposito: "credo che le professioni creative lato web, non avendo lo stesso storico di altri “mestieri di concetto” come l’avvocato o il notaio, ancora devono guadagnarsi la fiducia dell’utente tipo italiano".

Nel suo post, Riccardo Esposito, pone una domanda dando una possibile risposta ovvero lui si (e ci) chiede come possiamo risolvere questo problema? La risposta è investire sul proprio nome: studiano, lavorando, scrivendo, specializzandosi per fare in modo che in qualsiasi occasione qualcuno dica: “ok, lui/lei è in gamba”, “ho sentito parlare di questa persona”, “ho letto il suo blog: mi piace”, “l’ho sentito a quell’evento: chiamalo”.

In un mondo migliore queste frasi portano riconoscimento per ciò che è stato fatto fino a quel momento, portano domande, offerte, portano lavoro. In un mondo migliore nessuno ti frega l'idea e nessuno vuole farti le scarpe appena giri le spalle perché ognuno è consapevole e forte delle sue competenze e non ha bisogno di copiare o peggio ancora screditare per raggiungere un obiettivo. Ma qui non siamo in un mondo migliore, siamo in un paese che costruisce (poco) e distrugge (tanto) comprese le speranze dei nostri figli. Da madre sto cercando di mettere a disposizione tutti gli strumenti possibili che consentano a mio figlio (se lui vuole) di andare all'estero per studio o per diletto. In ogni caso sarà una crescita.

Quindi d'accordo con Riccardo, investire sul proprio nome ma occhio a non disperdere le energie perché sono troppi gli specchietti per allodole che dietro la visibilità nascondono lo sfruttamento e magari quel tempo lo togliamo alla nostra (vera e utile) formazione e professionalità. 

Ma non abbiamo ancora risposto del tutto alla domanda, come risolviamo? Sono sincera, oltre alle cose dette e sulle quali concordo, per il resto ancora non lo so.

Voi cosa ne pensate?

lunedì 13 gennaio 2014

Leoncavallo: la street art al centro della tavola rotonda "Associazione per dipingere"



Le Grand Jeu, dopo il progetto La Tour Paris 13, inno alla street art e a questo modo di vivere e creare l'arte, ha deciso di partecipare alla tavola rotonda "Associazione per dipingere", organizzata da Leoncavallo, che ha visto riuniti attorno a uno stesso tavolo rappresentanti del Comune, avvocati, writers e street artists.

La linea dura seguita a Milano da circa quindici anni (prima dalla giunta Moratti e oggi, anche se con dei distinguo, dalla giunta Pisapia) è simile in molti punti a quella già messe in atto in altre città europee con risultati spesso insoddisfacenti. Il numero di atti di vandalismo è infatti in costante ascesa, nonostante le somme ingenti spese dal Comune per finanziare campagne antigraffiti.

Nei prossimi mesi, la giunta Pisapia rischia di affrontare una situazione critica. Polizia e magistratura stanno infatti istruendo nuove indagini e processi per danneggiamento (art. 635 c.p.), deturpamento (art. 639 c.p.) e associazione per delinquere (art. 416 c.p.), contro dei writers e degli street artists che chiedono alle istituzioni e attendono inutilmente da anni valide alternative agli interventi illegali.

Un dibattito destinato a lasciare il segno e che non si può dirsi chiuso con la tavola rotonda.

Sono intervenuti:
- 2501: street artist.
- Domenico Melillo: avvocato.
- Mirko Mazzali: consigliere del Comune di Milano, presidente commissione sicurezza e coesione sociale.
- Mr. Wany: writer e street artist.
- Soviet: writer, VolksWriters.

Moderatore:
Christian Omodeo: fondatore dell’associazione Le Grand Jeu




giovedì 9 gennaio 2014

Tre parole per il 2014

Fonte: Hub09

Vi ricordate le tre parole per il 2013, la rubrica inaugurata lo scorso anno da Daniele Imperi? Ebbene quest'anno si parte con le tre parole per il 2014.
Alcuni di voi, quelli che mi hanno seguito nei giorni scorsi, probabilmente staranno già intuendo quello che andrò a scrivere. Ma non lasciatevi ingannare dall'apparenza, niente in questo blog si ripete (come nella vita. Eccezion fatta per le belle coincidenze).

L'anno nuovo inizia con una sfida sul piano professionale. Mi trovo a gestire il distaccamento di un'azienda di Roma a Terni, mi ritrovo anche a investire su me stessa e a dosare la forza per costruire, giorno dopo giorno, quel progetto al quale ho dedicato tempo, studio e fatica per anni. E quindi ecco che la prima parola del 2014 è sfida. In questa parola risiede "forza", ne parlavo lo scorso anno ed era legata per lo più alla scrittura. Nel tempo il discorso si è evoluto, la scrittura è diventata anche un lavoro e non solo una passione e la forza, quando si parla di lavoro, è importante e strettamente legata alle sfide quotidiane.

Ombre. La seconda parola del 2014 è ombre. Anche in questa risiede la parola vita che mi ha accompagnata lo scorso anno. Ombre rimanda, nella maggior parte dei casi, a significati reconditi, che celano qualcosa del quale nessuno vuole parlare. In realtà la mia idea di ombre si lega a quanto affermato qualche giorno fa ovvero "al passato che mi ha plasmata e ha consentito che sia la persona che conoscete oggi".


Felicità. Quanti concetti racchiude la parola felicità? C'è la felicità fatta di piccole cose, la felicità delle grandi gioie, quelle delle occasioni speciali, quelle in cui ti senti fragile come un bambino, c'è anche la felicità che rende forti e fa sentire più grandi di quel che siamo, e poi c'è la felicità degli attimi e delle incertezze, del "speriamo che duri per sempre" e "è stato il momento più felice della mia vita". E concludo con una frase sulla felicità scritta qualche giorno fa: "non ne ho mai avuta abbastanza, forse è tempo di esserne avari".

A proposito di me... About.me

Da social addicted quale sono, non potevo mancare all'appuntamento con about.me. Di cosa si tratta? Sono sicura che moltissimi di voi già lo conoscono ma per coloro che ancora non sanno di cosa si tratta posso riassumere dicendo che è un biglietto da visita virtuale. Totalmente personalizzabile, about.me permette di inserire la biografia, la foto, i contatti social, eventuali link a siti e tutto ciò che può completare il vostro profilo professionale. 

E' meno impegnativo di linkedin ma sicuramente ha un impatto visivo maggiore. Diciamo che c'è molto dello storytelling visuale attorno al quale tanto si discute in questo periodo.

Insomma, se volete, questo è il mio biglietto da visita virtuale:






lunedì 6 gennaio 2014

sabato 4 gennaio 2014

Fotogiornalismo: in viaggio con Gianluca De Bartolo


Alla scoperta dell'Africa e dei villaggi asiatici, raccontando una quotidianità inimmaginabile per molti "occidentali". Gianluca De Bartolo non ha bisogno di presentazioni ma se volete sapere qualcosa in più sulla sua vita vi suggerisco di leggere la sezione dedicata alla carriera sul suo sito
Noi, invece, almeno per oggi, viaggiamo insieme a lui attraverso l'immaginazione. Buon viaggio!








Alla scoperta dell'Africa e dei villaggi asiatici, raccontando una quotidianità inimmaginabile per molti "occidentali". Gianluca De Bartolo non ha bisogno di presentazioni ma sse volete sapere qualcosa in più sulla sua vita vi suggerisco di leggere la sezione dedicata ala carriera sul suo sito
Noi invece, almeno per oggi, viaggiamo insieme a lui almeno con l'immaginazione. Buon viaggio!









I viaggi di Brian Dettmer: libri scolpiti e mondi immaginati



È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.

Le parole di Pessoa, nonostante gli anni, conservano una forza inaudita che pretende di essere trattenuta. Non posso fare a meno di immaginarmelo sulle sponde dell'oceano mentre pensa e scrive queste parole ma forse è una visione troppo romantica per essere vera. Ad ogni modo, Pessoa parla di paesaggi, immaginazione e viaggi tre concetti facilmente riconducibili alle opere di Brian Dettmer.

I libri scolpiti di Brian Dettmes non solo solo delle opere di scultura ma sono dei meravigliosi viaggi all'interno dei libri, mondi sempre differenti e sconosciuti. E' interessante ascoltare Dettmes mentre racconta come si svolge il suo lavoro, dalla scelta del volume, la qualità della carta o la dimensione a quello che prova mentre scolpisce i libri. 

E il risultato è stupefacente:








Danza delle ombre felici, Alice Munro

Hubblog

A volte ho come l'impresione di camminare in equilibrio su un filo troppo stretto per contenere il mio corpo. E sono difficili anche i respiri e le parole escono a fatica, minacciano l'esplosione e ogni volta tornano indietro, da dove sono venute. E' sempre un po' strano vivere di avanzi, stringendo tra le mani anche l'aria che si respira. Ma non è il mio caso, o forse solo a tratti. 

Capisco però che dopo una giornata a calibrare le parole, perché il lavoro mi obbliga a una serietà alla quale, talvolta, la mia persona rinuncerebbe volentieri, mi siedo con un libro tra le mani e penso che, in fondo, è questo quello che mi sono conquistata. 

C'è una tale forza in questo concetto... E lo dico col cuore gonfio perché in fondo siamo all'inizio dell'anno e siamo tutti carichi di buoni propositi e ci sentiamo in grado di fare tutto, raggiungere qualsiasi obiettivo, persino ribaltare la nostra vita e prenderci qualche rivincita.

Ebbene, dicevo pocanzi che sedendomi con un libro tra le mani sento di essermi conquistata proprio quello che volevo. E questa è la mia forza. Oggi il libro che ho scelto è l'ultimo edito da Einaudi di Alice Munro, Danza delle ombre felici. Ormai avrete capito che una delle scrittrici che preferisco (per non dire la voce che in assoluto vorrei leggere ogni giorno) è proprio la Munro per quel suo modo di distinguere l'autobiografia dalla storia collettiva, per quel suo modo di dichiararsi al lettore e per quella voce suadente con la quale svela la potenza che risiede nell'espressione "verità della vita". Ne fa una lucida e accurata analisi Maria Anna Mariani nel saggio Sull'autobiografia contemporanea edito da Carocci.  

Volevo delle storie brevi che contenessero potenza e forza ma anche violenza e determinazione. Ritrovo sempre questi elementi tra le pagine della Munro e so che anche questa volta non mi deluderà. Parlerò a breve del libro.

Danza delle ombre felici. Ci sono tre immagini in questo titolo che penso mi accompagneranno durante il 2014: danza, ombre e felicità.

Sulla danza ho pensato subito alla raccolta di racconti Tutti i figli di Dio danzano di Murakami. La danza, la pioggia, le lacrime, la paura, il passato e il presente e poi ancora, tutto che si ripete come una ruota che non smette di girare. Sulle ombre ho pensato al passato che mi ha plasmata e formata, facendomi diventare la persona che conoscete oggi. Sulla felicità ho pensato al fatto che non ne ho mai avuta abbastanza e che forse è tempo di esserne avari.

Inizio l'anno con Alice Munro, e voi?

mercoledì 1 gennaio 2014

That's Life

 
 
To see things thousands of miles away, things hidden behind walls and within rooms, things dangerous to come to, to draw closer, to see and be amazed.” 
 
 
 
 
 
 
ps: Lo so che avete riconosciuto questa frase, Walter Mitty il film. Ma non ho potuto far a meno di scriverla, è bellissima. un augurio speciale per un anno lungo lungo lungo...